Description
Ogni trasloco, seppure traumatico e stressante, contiene un potenziale di felicità. È il miglior dono che si possa fare alla propria esistenza quando questa chiede, pazientemente o disperatamente, un cambio di passo. È un’opportunità per guardare e godere della strada percorsa, per scegliere cosa portare nella nuova vita e per liberarsi di ciò che ha compiuto il suo tempo.Ludovica Amat, fanatica praticante di quello che definisce nomadismo urbano, racconta la sua idea del trasloco felice tratta dai suoi innumerevoli traslochi, costellati di errori e felici intuizioni, momenti drammatici e slanci creativi. Nel dispiegare il suo metodo fatto di ordine, rigore, flâneurismo e fantasia, intreccia la sua voce a molte altre voci, la sua storia a molte altre storie, che fanno del libro una fotografia dell’umanità in movimento, dagli anni Trenta a oggi: una grande biografia delle tante diverse ragioni che ci portano, più o meno recalcitranti o entusiasti, a metterci in viaggio, con le nostre cose.
Biographical notes
Ludovica Amat, cagliaritana di antica origine catalana trapiantata da cinquant’anni a Milano, si occupa di comunicazione d’impresa. Nel 1994 ha pubblicato La sindrome della Madonna, per la collana “Millelire” di Stampa Alternativa. Nel 2013, per Et/al edizioni, ha pubblicato Sessanta giorni e finiscono i soldi. Ha cambiato tredici case e quindici uffici. Se potesse, traslocherebbe ogni tre anni, per mettere radici in tutta la città, affezionarsi a ogni quartiere, riconoscersi “del posto” ovunque.