Description
Gli animali hanno un’anima? Nel corso dei secoli filosofi e scienziati si sono divisi sull’argomento, ma a metà Ottocento il medico parigino J. B. F. Descuret sembrava aver trovato una risposta che poteva mettere d’accordo tutti: sicuramente hanno un cuore.
Anche gli animali, come gli uomini, sono agitati da sentimenti e istinti passionali: ira, ghiottoneria, amore, gelosia, vanità, nostalgia. Così, con la stessa attenzione che dedica ai più nefasti vizi umani nel suo capolavoro La medicina delle passioni, Descuret dedica un breve capitolo anche alle – più perdonabili – passioni delle bestie.
Attingendo dalla storia antica, dalla letteratura e dall’esperienza personale, tratteggia un atlante di curiosità irresistibili, in cui troverete cani maleducatissimi e ragni ammaestrati, elefanti che portano con gran vanto ornamenti sul capo, fagiani argentini che rovistano nelle budella altrui e molto altro ancora.
Biographical notes
Medico e letterato, nacque il 4 giugno 1795 a Chalon-sur-Saône, in Borgogna. Studiò medicina a Parigi, dove si laureò il 21 maggio 1818 con una tesi in latino sui vantaggi e svantaggi dello studio, che preannuncia già il suo interesse per le passioni umane, le manie e le loro manifestazioni psicosomatiche. Il 18 marzo dello stesso anno ottenne anche il titolo di dottore in lettere con una tesi principale su Sallustio e una complementare, anche stavolta in latino, dal titolo De Suicidio.
Esercitò come medico per circa trent’anni nell’ospedale di carità del XII arrondissement, di cui fu anche direttore, e si occupò della cura dei malati di colera durante l’epidemia che colpì la capitale nel 1832. La sua dedizione gli valse la nomina di Cavaliere della Legion d’Onore nel 1845.
Nel 1841 uscì la prima edizione della sua opera più nota e tradotta in tutta Europa: La medicina delle passioni. Tra le altre opere pubblicate si ricordano Teoria morale del gusto (1847) e Le meraviglie del corpo umano (1856).
Trasferitosi nel 1846 a Châtillon-d’Azergues, a pochi chilometri da Lione, morì qui il 27 novembre 1871, lasciando incompiuta la sua autobiografia Ricordi di un vecchio medico, che ci piacerebbe tanto ritrovare.