Description
Il mondo in cui viviamo non accoglie il desiderio e il dolore delle donne. Il fenomeno persistente del femminicidio mostra i sintomi allarmanti di una malattia collettiva, che minaccia il tessuto costitutivo della relazione erotica con la vita e manifesta l'assenza di moventi passionali reali. Se, come sembra, è in corso un processo di disumanizzazione, i suoi protagonisti ne sono soltanto gli agenti manifesti. Le cause vanno cercate altrove. Gli appelli al ritorno del padre in quanto autorità rassicurante dell'ordine, e dunque salvifica, oscurano la causa più importante dell'attuale disagio della civiltà: la crisi di ogni relazione basata sul desiderio, il lento declino del "letto coniugale". Da sempre la civiltà occidentale assegna all'uomo un potere sociale che eccede il suo ruolo di soggetto desiderante, e questa rendita di posizione ora sembra slittare rapidamente verso lo svuotamento libidico di tutte le relazioni di scambio, rendendole ripetitive, quasi meccaniche. A causa della maggiore libertà della sua organizzazione psicosessuale, la donna può raggiungere una condizione di abbandono più profonda rispetto all'uomo. Nell'amplesso la differenza sfuma, ma una discrepanza resta in tutte le esperienze significative di compenetrazione dei vissuti. Se oltrepassa una soglia di intimità, la donna può trovarsi a tratti sola. L'avanzare di modalità indifferenzianti di relazione erotica emargina il desiderio femminile, spingendo la solitudine verso l'estraniazione da sé.