Description
Il testo si propone di riflettere sul significato che i processi di educazione, partecipazione ed empowerment assumono nel progetto, e fa sua l’ipotesi centrale che il paesaggio possa costituire una risorsa fondamentale per la città attuale e futura, ovvero una nuova categoria di bene comune.
Negli ultimi due decenni, con la Convenzione Europea del Paesaggio, si è tornati a parlare di partecipazione in relazione a una crisi di valori e della riconoscibilità del paesaggio. La crisi monetaria e del welfare ha però generato fenomeni più diffusi e complessi, di natura sociale, spaziale, politica ed economica. Nello stesso tempo l’emergere di una nuova domanda sociale di “natura” e di azioni di cittadinanza attiva, capaci di riattivare spazi abbandonati della città, suggerisce nuove sfide per il paesaggio in termini culturali e progettuali.
L’indagine si confronta con queste criticità e tematiche contemporanee, attraverso l’insegnamento di autori come Lawrence Halprin e Giancarlo De Carlo. Ci si interroga su quale ruolo possa assumere oggi il paesaggista nel dialogo con i vari soggetti coinvolti, che cosa significhi creare dispositivi di relazione e di coinvolgimento, tradurre nello spazio i desideri e le istanze degli abitanti, lavorare alla definizione di un linguaggio condiviso, accompagnare le comunità verso azioni di cura del paesaggio quotidiano.
Negli ultimi due decenni, con la Convenzione Europea del Paesaggio, si è tornati a parlare di partecipazione in relazione a una crisi di valori e della riconoscibilità del paesaggio. La crisi monetaria e del welfare ha però generato fenomeni più diffusi e complessi, di natura sociale, spaziale, politica ed economica. Nello stesso tempo l’emergere di una nuova domanda sociale di “natura” e di azioni di cittadinanza attiva, capaci di riattivare spazi abbandonati della città, suggerisce nuove sfide per il paesaggio in termini culturali e progettuali.
L’indagine si confronta con queste criticità e tematiche contemporanee, attraverso l’insegnamento di autori come Lawrence Halprin e Giancarlo De Carlo. Ci si interroga su quale ruolo possa assumere oggi il paesaggista nel dialogo con i vari soggetti coinvolti, che cosa significhi creare dispositivi di relazione e di coinvolgimento, tradurre nello spazio i desideri e le istanze degli abitanti, lavorare alla definizione di un linguaggio condiviso, accompagnare le comunità verso azioni di cura del paesaggio quotidiano.