Description
Digital Dishumanities o del dire distopico, titolo di uno dei capitoli dellibro, può forse far sorridere chi ama le allitterazioni o chi ha qualcheperplessità nei confronti degli algoritmi, ma potrebbe far spazientireun insegnante di inglese che segnerebbe subito Dishumanities come unerrore o al più come un calco dall’italiano. Eppure la lingua, quandoè viva, ama contravvenire alle regole o forzarle. E una lingua è vivase permette gli errori, le sfumature, la flessibilità, l’ambiguità, la connotazione, la sovrapposizione, il gioco, il capitombolo, la svolta improvvisa. È morta quando non si muove più, quando si ripete sempreprevedibilmente uguale a sé stessa, ligia alla regole e alle ricorrenzestatistiche o, peggio ancora, quando costretta da imposizioni politichee liberticide, come nel caso del Newspeak di 1984 di Orwell.
La letteratura offre molti esempi di trasgressione vivificante: dallecomplesse invenzioni di Joyce di Finnegans Wake a quelle più scanzonate dei Beatles di Yellow Submarine, o ai neologismi sorprendentie alle deformazioni linguistiche dei giovani artisti dell’Atelier dell’Errore. Di questi e di altri testi irrequieti parla questo libro.
Ma che cosa può fare un traduttore di fronte a un errore, intenzionale o non intenzionale, di un autore? Si nasconde? Nascondel’errore? Rilancia?
Il libro non tratta degli errori di traduzione, ma di esperienze ditraduzione, individuali o collaborative, insolite, a loro modo estreme,che hanno sollecitato una riflessione sulla traduzione vista non comeun’attività meccanica e asettica, ma come una pratica pedagogica straordinaria, capace di stimolare lo sviluppo di un pensiero critico, che richiede ad un tempo rigore e creatività, conoscenza dei vincoli deitesti e capacità di derogare consapevolmente alle norme, di tradurre,quando necessario, uscendo dagli schemi, di tradurre outside the box.
La letteratura offre molti esempi di trasgressione vivificante: dallecomplesse invenzioni di Joyce di Finnegans Wake a quelle più scanzonate dei Beatles di Yellow Submarine, o ai neologismi sorprendentie alle deformazioni linguistiche dei giovani artisti dell’Atelier dell’Errore. Di questi e di altri testi irrequieti parla questo libro.
Ma che cosa può fare un traduttore di fronte a un errore, intenzionale o non intenzionale, di un autore? Si nasconde? Nascondel’errore? Rilancia?
Il libro non tratta degli errori di traduzione, ma di esperienze ditraduzione, individuali o collaborative, insolite, a loro modo estreme,che hanno sollecitato una riflessione sulla traduzione vista non comeun’attività meccanica e asettica, ma come una pratica pedagogica straordinaria, capace di stimolare lo sviluppo di un pensiero critico, che richiede ad un tempo rigore e creatività, conoscenza dei vincoli deitesti e capacità di derogare consapevolmente alle norme, di tradurre,quando necessario, uscendo dagli schemi, di tradurre outside the box.