Description
Tradizionalmente corpus di documenti o sito fisico per la loro conservazione, l'archivio si è evoluto nel corso dei secoli avvalendosi dei continui progressi tecnologici, fino a comprendere una straordinaria molteplicità di piattaforme di visualizzazione per riprodurre il passato, catturare il presente e mappare la nostra presenza: opere d'arte, installazioni, musei, social media. Considerando l'archivio sostanzialmente come un laboratorio di memoria, Gabriella Giannachi ripercorre in queste pagine densissime la storia di pratiche di archiviazione di varia origine, giungendo fino ai più sofisticati archivi digitali di oggi e prendendo in esame una incredibile quantità di emblematici casi studio. Spaziando tra arte, archeologia, antropologia, studi postcoloniali, sottolinea l'importanza dell'archiviazione partecipativa, cita Andy Warhol e Ant Farm, analizza l'estetica dei database e la trasmissione del sapere attraverso il corpo nella performance e nella bioarte, mostrando come l'archivio si sia trasformato in uno strumento globale di produzione, conservazione e circolazione della conoscenza.
Biographical notes
Gabriella Giannachi è professoressa di Performance e New Media e direttrice del Centre for Intermedia and Creative Technologies alla University of Exeter. Ha sviluppato progetti per musei, istituti, biblioteche e gallerie d'arte e pubblicato moltissimi articoli e saggi, tra i quali ricordiamo Virtual Theatres: An Introduction (Routledge, 2004), The Politics of New Media Theatre (Routledge, 2007), Performing Mixed Reality (con Steve Benford, Mit Press, 2011), Histories of Performance Documentation: Museum, Artistic and Scholarly Practices, (con Jonah Westerman, Routledge, 2017).