Description
Quel mattino del 1982 Torino aveva la bellezza del cielo d’Irlanda,d’Australia, d’Africa. La sera prima l’Italia aveva strappato un misero pareggio con il Camerun, e lo specchietto retrovisore del mio A112 Elegant rifletteva i colori di Capo Verde, Colombo, Città del Messico, Reykjavik, L’Avana.I colori di tutti i posti che lasci con il cuore in subbuglio, non perché lo vuoi ma perché se vuoi cambiare vita non hai scelta.E io non avevo scelta. Solo una settimana prima ero tornato dalla naja, un anno intero di guardie a polveriere ed esercitazioni pensando a quel momento, a quando me ne sarei andato da Torino. Quella città nella quale il mio destino sarebbe stato segnato, come per tanti miei amici.Imboccai l’autostrada lasciandomi alle spalle il grande corso, con lo sguardo fisso alla spia della riserva. Da lì a qualche chilometro si sarebbe accesa e avrei dovuto inventarmi qualcosa per riuscire a fare broda senza pagarla, tipo distrarre il benzinaio e sgommare via.
Torino, maggio 1978. Il grigio non è solo il colore dei muri di periferia. Cinque ragazzi, cresciuti tra piccoli furti e scontri tra bande sulle strade che dividono i casermoni di cemento del loro quartiere, decidono di passare alla Storia: porteranno via Aldo Moro dal covo in cui le Brigate Rosse lo tengono prigioniero. Torino, luglio 2006. Gomez ne ha fatta di strada: è ingegnere, ha una moglie, una figlia e una villetta in Brianza. Eppure la sera della finale dei Mondiali, quando l'Italia sta per scendere in campo contro la Francia, anziché seduto sul divano davanti alla tv con una birra in mano, è di nuovo in Borgo Stura.Una storia dal ritmo serratissimo, una parabola vorticosa di giovani vite incompiute, in lotta disperata per la salvezza. Prefazione di Davide Ferrario
Il giubbotto mi stringe sulle spalle e sulla schiena. Mi sembra l’abbraccio affettuoso di Borgo Stura che in qualche modo mi dice buona fortuna.Riapro gli occhi.
Torino, maggio 1978. Il grigio non è solo il colore dei muri di periferia. Cinque ragazzi, cresciuti tra piccoli furti e scontri tra bande sulle strade che dividono i casermoni di cemento del loro quartiere, decidono di passare alla Storia: porteranno via Aldo Moro dal covo in cui le Brigate Rosse lo tengono prigioniero. Torino, luglio 2006. Gomez ne ha fatta di strada: è ingegnere, ha una moglie, una figlia e una villetta in Brianza. Eppure la sera della finale dei Mondiali, quando l'Italia sta per scendere in campo contro la Francia, anziché seduto sul divano davanti alla tv con una birra in mano, è di nuovo in Borgo Stura.Una storia dal ritmo serratissimo, una parabola vorticosa di giovani vite incompiute, in lotta disperata per la salvezza. Prefazione di Davide Ferrario
Il giubbotto mi stringe sulle spalle e sulla schiena. Mi sembra l’abbraccio affettuoso di Borgo Stura che in qualche modo mi dice buona fortuna.Riapro gli occhi.
Biographical notes
Massimo Miro è nato a Milano nel 1967. Vive e lavora a Torino. Musicista e compositore, collabora con diverse case editrici. Una sua raccolta di racconti è uscita nel 2001 con il titolo di Sbàuz (Prospektiva Editrice). Con il romanzo Hanno sparato a John Lennon è stato finalista del Premio Italo Calvino nel 2001 e si è aggiudicato il riconoscimento francese assegnato dall’Universitè de Savoie di Chambery. Un suo racconto, Questa non è una canzone d’amore, è stato inserito in una raccolta di racconti edita da Miraggi Edizioni, dal titolo L’amore non c’entra, 2015.
Nel 2021 pubblica il romanzo “Suite berlinese”, Scritturapura.