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Sappiamo bene quanta poca luce la scienza abbia saputo proiettare sin qui sull’enigma di questo mondo, e non c’è chiacchiera di filosofi che possa cambiare questa realtà; solo proseguendo pazientemente il lavoro indefesso che tutto subordina alla ricerca della certezza, si può produrre a poco a poco un mutamento. Quando il viandante canta nell’oscurità, rinnega la propria apprensione, ma non per questo vede più chiaro.
Sigmund Freud, Inibizione, sintomo e angoscia
Questo erra meriterebbe di essere sottolineato con la parola transumante, la pretesa umanità non attende altro che a una naturalità di transito, che postula la trascendenza.
Il mio successo non è connotato da nessuna riuscita ai miei occhi.
Come Freud, non credo se non nell’atto mancato, ma l’atto mancato in quanto rivelatore del sito, della situazione del transito in questione, con transfert in gioco. Semplicemente, questo trans, occorre riportarlo alla giusta misura. Il mio successo, dunque – la mia successione, è questo che vuol dire – resterà in questo transitorio? È quanto di meglio può accaderle poiché, ad ogni modo, non vi è nessuna chance che l’humant-trans approdi mai ad alcunché. Dunque, tanto vale la peregrinazione senza fine.
Jacques Lacan, Seminario RSI
Poi, all’età di vent’anni, ebbi la sfortuna di cadere nelle reti di un medico, psichiatra, psicoanalista, di 63 anni, noto come il lupo bianco in quanto era una pecora nera. Nel corso del tempo, divenne una mela marcia (transizione!).
Jacques-Alain Miller, Docile al trans
Eppure non ha senso
rimpiangere il passato,
provare nostalgia per quello che
crediamo di essere stati.
Ogni sette anni si rinnovano le cellule:
adesso siamo chi non eravamo.
Anche vivendo – lo dimentichiamo – restiamo in carica per poco.
Antonella Anedda, Historiae
In questi ultimi decenni abbiamo assistito, basiti, all’ammutolire delle generazioni, alla sottrazione di parola che è un attentato alla capacità di pensare. Il virus, che da oltre un anno ci tiene col fiato sospeso, non a caso, colpisce per primo le vie respiratorie: la potenza simbolica di questo fatto non può restare inespressa. Conservare il fiato dell’anima, la lingua, diventa il gesto urgentemente politico di questo momento; altrimenti, non c’è più pensiero di sorta.
Giacomo Trinci, Lettera all’ignota gioventù