Description
Mentre attendeva nell'"eremo" di Céligny alla sua opera più ponderosa e sistematica, il Trattato di sociologia generale, Pareto metteva mano al "trattatello" Le mythe vertuïste et la littérature immorale (Paris 1911), che fu tradotto con notevoli integrazioni e pubblicato in Italia nel 1914.
Questa succosa e incalzante analisi condensa in modo esemplare l'anima profondamente liberale e libertaria di Pareto, e mette a nudo le tante ipocrisie che si nascondono dietro ogni moralismo proibizionista che, oggi come un secolo fa - in nome di una presunta igiene fisica e morale collettiva -, pretende di vietare irrinunciabili diritti personali dell'individuo.
«Si può leggerlo in due modi, Il mito virtuista. Si può prenderlo come l'opera letteraria di un uomo singolare: logico e passionale, preciso e fantasioso, ironico e caustico, coltissimo di storia e attento alla cronaca. Senza curarsi troppo di dimostrazioni e tassonomie, gustarsi esempi e citazioni, senza voler cogliere l'architettura complessiva, seguirlo su per le scale ripide della sua indignazione e nei saloni sontuosi della sua cultura. È il suo procedimento [...] Oppure si può leggere il libro come l'applicazione ad un fatto particolare dei costrutti logici, "residui" e "derivazioni", su si basa il suo opus magnum, una sorta di intermezzo in quel ventennale impegno.»