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Piemontesi alla marcia su Roma. 28 ottobre 1922: va in scena la manifestazione eversiva che passerà alla storia come «marcia su Roma». È l'inizio, quanto meno simbolico, del Ventennio fascista, che farà precipitare l'Italia in una delle più feroci ed emblematiche dittature del Novecento. Nel contempo, è il culmine della prima fase del fascismo, quello delle origini, quello movimentista delle squadracce e delle violenze sistematiche sugli oppositori politici.
Come viene vissuta quella fase politica (e criminale) in Piemonte? Come si arriva all'organizzazione del movimento fascista in una Torino e in una regione che in quegli anni erano una roccaforte del movimento operaio e dei partiti della sinistra rivoluzionaria? Chi sono i protagonisti del fascismo piemontese? Che cosa accade in Piemonte nei giorni e nei mesi che precedono e seguono la marcia su Roma?
Uno studio che fa luce sulle figure piemontesi che contribuirono in modo più significativo alla riuscita della marcia o che, nell'altro campo, vi si opposero; una ricerca a tutto tondo sulla storia piemontese e torinese negli anni compresi tra la fine del primo conflitto mondiale e la trasformazione del fascismo in regime (1918-1926), che spiega come i diversi settori sociali e le istituzioni regionali vi si adeguarono.
PIEMONTESI ALLA MARCIA SU ROMA:
Capitolo 1 Una società in bilico: la situazione sociale ed economica del primo dopoguerra, il Biennio Rosso e la rivoluzione «mancata».
Capitolo 2 I Fasci di Combattimento in Piemonte.
Capitolo 3 Le «imprese» squadristiche tra il 1919 e il 1922 che portarono alla marcia su Roma.
Capitolo 4 Profili di militanti. A muso duro.
Capitolo 5 La marcia su Roma: concentramenti e occupazioni.
Capitolo 6 Il glorioso ritorno: lo squadrismo piemontese dopo la marcia.
Capitolo 7 I piemontesi di fronte al fascismo.
Capitolo 8 Marcia su Roma e dintorni: le giunte dimissionarie.