Torino non è Buenos Aires

Anno:
2021
ISBN:
9788877076090
DRM:
Social DRM

€8.99


Description

Hector Perazzo, ex sbirro della Polícia Federal argentina trapiantato a Torino, è un detective privato che sbarca il lunario grazie a lavoretti di routine: corna, mariti infedeli, studentelli che si spinellano. Ma quando la peruviana doña Pilar gli chiede d’indagare sulla scomparsa della figlia Linda, ventenne senza permesso di soggiorno sparita nel nulla di una vita in apparenza senza ombre, lo scenario cambia. Hector scandaglia gli ambienti marginali della Torino multietnica di San Salvario e Porta Palazzo, quella degli alberghi equivoci della collina, entrando e uscendo dalla zona grigia che in ogni metropoli sfuma i confini tra legalità e illegalità. Ed è così che l’esistenza della giovane sudamericana rivela un dark side inatteso; non solo, pian piano l’indagine traccerà i contorni di una realtà strana e terribile, che porterà Hector sulle montagne saluzzesi, sulle tracce di un grande pittore rinascimentale e di una setta di satanisti capaci di tutto.

«Mi versai un altro bicchierino di whisky, sempre più perplesso. […] L’idea che ci fossero bravi borghesi che alla sera, smessi giacca e cravatta o il camice da medico, s’infilassero un cappuccio nero e andassero a rendere omaggio al diavolo, più che impaurirmi mi faceva sorridere. […] Ma al tempo stesso il quadro delineato dal professor Dalle Vigne m’induceva a riflettere. Sulla fragilità della natura umana, sulle deviazioni della psiche, persino su questa strana città in apparenza sempre sospesa tra Bene e Male. Decisamente, Torino non è Buenos Aires.»

Torino non è Buenos Aires. In bilico tra la penna di Raymond Chandler e quella di Paolo Conte, Perazzo è un personaggio memorabile, smagato e dolente, ironico e fatalista, cinico e nostalgico (come solo un porteño espatriato può essere), misogino ma seduttore. Impossibile non restare affascinati dal ritmo della sua indagine: l’irresistibile, indolente irrequietezza del tango spezzata da picchi d’azione e suspense degni dei grandi autori americani.
E sarà pur vero che Torino non è Buenos Aires; ma, pagina dopo pagina, il lettore scoprirà che è la città ideale per ospitare un grande noir contemporaneo.


Biographical notes

È nato a Torino nel 1964, è giornalista e lavora a La Stampa. Oltre a Il destino dell’avvoltoio, ha pubblicato cinque romanzi (Morire è un attimo, Una donna di troppo, Il volo della cicala, Le rose di Axum e Nero Tav) oltre a racconti in svariate antologie giallo-noir, tra cui, per Edizioni del Capricorno, Porta Palazzo in noir (2016) e Il Po in noir (2017). Nel 2010 ha vinto con Morire è un attimo il Premio Archè Anguillara Sabazia e nel 2013 il Premio GialloLatino con il racconto Dos gardenias, pubblicato da Segretissimo Mondadori. Con Vita spericolata di Albert Spaggiari, biografia di un famoso ladro francese degli anni Settanta (2016), è stato finalista al Premio Acqui Storia. L’ultima opera, Fuori dal coro (2017), è una galleria di personaggi irregolari e controcorrente del Novecento. Dal 2014 è presidente di Torinoir, sodalizio di scrittori torinesi malati di noir.

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