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Due secoli fa nasceva Charles Darwin. Lo scienziato inglese fu sicuramente un rivoluzionario, non fu tanto il concetto di evoluzione in sé, di cui Darwin si rivela più erede e diffusore anziché ideatore, quanto l’idea di cambiamento come necessità incessante, biologicamente benefica e connaturata all’esistenza. È allora opportuno riflettere su Darwin due secoli dopo la sua nascita, a maggior ragione osservando che lo sviluppo della teoria dell’evoluzione si rivela irriducibile a ogni piano progressista e consolatorio. È irriducibile all’ideale di una scienza che muove su percorsi lineari, perché i suoi principi confutano gli affidamenti più radicati del pensiero occidentale; all’idea della benevolenza del creato, del suo ordine e del progetto supremo, così come all’illusione che la natura possegga una struttura prevedibile con un percorso interpretativo, dunque di possibile controllo e dominio, pienamente rintracciabile. L’attualità del pensiero di Darwin attraverso un organico saggio introduttivo dell’autore e una piccola antologia del suo pensiero (da L’origine della specie e L’origine dell’uomo, Viaggio di un naturalista intorno al mondo, il manoscritto Darwin-Wallace).Enzo Ferrara è ricercatore presso l’Istituto nazionale di ricerca metrologica di Torino. Collabora con le riviste “Lo Straniero” e “Una Città” occupandosi di educazione in campo scientifico e di divulgazione per i problemi di ambiente, salute e inquinamento