Description
"Nella malattia e nella morte di Fausto Coppi, che per motivi professionali ho tra le altre cose vissuto purtroppo in prima persona, non v’è traccia di sospetti né di misteri di alcun tipo. L’assurdità apparente di alcune innegabili circostanze, che per l’appunto mi propongo di spiegare al momento giusto, è pienamente giustificabile, semplicemente entrando nella mentalità dei personaggi coinvolti a vario titolo nella sua vita e analizzando il comportamento dei vari attori, principali o comprimari che siano stati. Il proposito che ho formulato, insomma, quello di ricostruire il periodo più delicato e fatale della vita di Fausto, nel passaggio quindi dall’epoca esaltante dei trionfi e della gloria a quella del triste declino, del tramonto, fino al tragico epilogo a soli 40 anni, nel momento preciso quindi in cui si suol dire invece che in realtà cominci la vita, muoverà dal periodo in cui l’adolescente si afferma nelle prime gare e via via conquista il successo e la più vasta popolarità, per cedere poi alle tentazioni connesse con la fama e finire col bruciarsi le ali. Quelle del grande airone ravvisato dalla fantasia di Orio Vergani. Fino alle prime avvisaglie del fatale crepuscolo e della rapida, crudele fine. Sfebbrato dal tifo, uscito dal clima iperbolico che con gli sportivi contagiò ad un certo punto anche la stampa, cercherò di analizzare con rigore biografico ed equilibrio di giudizi retrospettivi le ultime vicende esistenziali del campionissimo, per arrivare a stilare infine una diagnosi onesta ed esatta, che conforti nel lettore la stesura dell’atto di morte definitivo più realistico. Tale dunque da porre la parola fine alle congetture, alle fantasticherie, al facile scandalismo, che purtroppo molto spesso si accompagnano in appendice alle biografie dei grandi personaggi della storia umana." (dalla introduzione dell'autore). Guido Tartoni (1928-2005) è stata una delle più prestigiose firme de "Il Lavoro" di Genova, e in seguito della edizione genovese di "La Repubblica". In gioventù hockeista su prato e buon ciclista dilettante, ha suddiviso equamente la sua lunga carriera tra la critica musicale e la cronaca sportiva. Proprio nelle vesti di cronista sportivo si è trovato prima di ogni altro collega, per vicinanza alla sua redazione, ad accorrere al letto di morte di Fausto Coppi, il campionissimo del quale aveva ammirato e raccontato le gesta sportive dalle colonne del suo giornale.