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È di Umberto Saba, dalle “lettere ai famigliari”, la breve affermazione in testa alla nostra copertina, da leggere insistendo oggi, forse, più su “atroce” che su “amo”. Sui nostri nuovi governanti e le loro bravate intervengono Gianfranco Bettin, Oreste Pivetta, Rinaldo Gianola (sulla politica verso gli immigrati) e Alessandro Coppola, variamente ma ugualmente disgustati, anche dai loro elettori, mentre un grande scrittore e amico, Salvatore Mannuzzu, parla di un luogo specifico del “bel paese”, Sassari. Allargando lo sguardo, Lucia Capuzzi ci porta nel vivo del Nicaragua, Lea Nocera in Turchia in compagnia di molti scrittori, Michele Aiello sulla Balkan Route. Bruno Montesano ci racconta un film di Fatih Akin sulla Germania curdo-tedesca, dentro le contraddizioni europee. Per le “Storie”, ecco il ritratto di un personaggio sopra le righe e molto di oggi, “il Vichingo”, tracciato da Marco Pettenello a colloquio con Gianni Di Gregorio. Francesca Nicola ci porta altrove, parlando delle forme di razzismo vecchie e nuove nel sistema scolastico statunitense, mentre Robin Morgan avanza una proposta estrema e provocatoria, “dare il voto ai ragazzini”! Su quello che un tempo si chiamava “fronte della cultura”, in genere assai molliccio, segnaliamo un “meglio” da difendere e diffondere: le poesie di una grande scrittrice che ha vissuto le fatiche dell’esilio e dell’immigrazione, Agota Kristof; il film di Matteo Garrone Dogman recensito da Emiliano Morreale e di cui l’autore ha parlato con Goffredo Fofi e Nicola Villa, come anche ha fatto Alice Rohrwacher, il cui Lazzaro felice ci è raccontato da Piergiorgio Giacchè; il film dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo di cui si è già parlato, e su cui i due registi tornano per rispondere alla censura che lo ha vietato ai minori di 14 anni. Paolo Mereghetti segnala infine i migliori film non italiani visti a Cannes, Rodolfo Sacchettini parla di Pulcinella con un geniale burattinaio, Brunello Leone, e a partire dallo spettacolo di un altro geniale artista, Virgilio Sieni, Gianluca D’Errico dell’ultimo “Arrevuoto” dei ragazzi di Scampia. Infine Paola Splendore critica adeguatamente un “libro superfluo” sulla storia tormentata di due grandi poeti, Sylvia Plath e Ted Hughes. Per “I doveri dell’ospitalità”, infine, un bellissimo testo di Simone Weil su cosa potrebbero fare le infermiere in tempo di guerra, di cui Giancarlo Gaeta coglie le risonanze attuali dedicandone la lettura al ricordo dell’infermiera palestinese uccisa a Gaza poche settimane fa, e le luminose considerazioni di Aldo Capitini, segnalateci da Gabriele Vitello, su cosa dovrebbe e potrebbe essere l’università, un testo di cui ci serviamo anche per dire quanto sia diversa l’università, quella vera.
Illustrazioni al numero di Armin Greder
Illustrazioni al numero di Armin Greder