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Viviamo sempre più a lungo, ma non in modo uguale né con lo stesso livello di salute. Quando si parla di disuguaglianze, ci si sofferma soprattutto sugli aspetti biografici come il titolo di studio, il lavoro o il reddito; in poche parole il capitale economico, quello sociale e quello culturale, come li ha definiti il sociologo Pierre Bourdieu. Il percorso di vita di ciascun individuo, però, è il risultato non solo della sua biografia, ma anche dei segni che tale biografia lascia sul suo corpo. Oggi conosciamo molte di queste impronte biologiche – meccanismi di risposta allo stress cronico, riduzione della funzione immunitaria, processi di usura fisiologica, modificazioni epigenetiche – ma il processo che traduce i fenomeni sociali in fenomeni biologici rimane un continente poco esplorato. Il capitale biologico è un viaggio nelle conseguenze sulla salute delle disuguaglianze sociali ed economiche, a cavallo tra biologia, epidemiologia, medicina, sociologia e antropologia. Capire l’importanza e il funzionamento del nostro capitale biologico è infatti il primo passo per dimostrare che un invecchiamento sano è un obiettivo possibile per tutti.