Description
L’avvento dell’alta virtualizzazione ha modificato radicalmente tutti gli aspetti della vita umana. Le mappe dei comportamenti collettivi sono disegnate su un territorio ibrido e delocalizzato sul quale si svolgono le vicende del lavoro, della comunicazione, della cultura. Il nuovo panorama è una geografia delle conoscenze e delle identità plurali, un arcipelago sospeso tra materia e virtualità. Abitiamo in modo strettamente correlato le diverse isole e ci localizziamo nell’una o nell’altra con tempi di transizione brevissimi.
Si è passati dall’entusiasmo delle comunità hacker e degli studiosi che hanno modellato il digitale e le reti su un progetto di comunicazione e libertà allo spettro del controllo totale, dove ogni partecipazione è illusoria, ogni resistenza una forma residuale radicata sul territorio materiale della storia passata.
Ci interroghiamo su vincoli e confini di questo assetto per comprendere l’epocale migrazione verso la virtualità sullo sfondo di una crisi ecosistemica senza precedenti, e definire la possibilità di una mappa che ci restituisca la complessità di una intelligenza collettiva in grado di far emergere nuovi soggetti politici e spazi di enunciazione comune: un campo di battaglia per un’utopia praticabile.
Biographical notes
Ignazio Licata è fisico teorico ed epistemologo, attivo su fondamenti della fisica quantistica, cosmologia e teorie della complessità. Si occupa dei rapporti tra scienza e società, in particolare dei rischi della proiezione mediatica. Tra i suoi libri: La logica aperta della mente (Codice,2008), I gatti di Wiener. Riflessioni sistemiche sulla complessità (Bonanno editore, 2015), Piccole variazioni sulla scienza (Dedalo, 2016), Complessità. Un’introduzione semplice (Di Renzo Editore, 2018), La resistenza del mondo. Connessioni (in)attese tra scienza e arte (Divergenze, 2022). Per la sua attività di seeding culturale ha ricevuto nel 2008 il Premio Veneri per la Scienza (Parabita).