Description
Oggi possiamo scegliere se ascoltare Beethoven, i Chemical Brothers o musica balinese, in auto o in una sala da concerto, così come possiamo scegliere fra una trattoria e un ristorante cinese; eppure, a una più approfondita osservazione, ci scopriamo collettivamente e fedelmente ancorati a valori e a gerarchie che, anche se considerati in modo critico, permangono come intoccabili retaggi del passato: il compositore, il grande interprete, l'autenticità, il capolavoro, l'edizione "fedele alla volontà dell'autore"...
È partendo da questi riflessi condizionati del pensiero sulla musica che Cook svela quanto essa sia portatrice di messaggi che vanno ben al di là della piacevolezza d'ascolto: la musica sembra essere un fatto naturale, avere un'esistenza indipendente dalle preoccupazioni mondane, eppure è intrisa di valori umani, del nostro senso di cosa sia buono o cattivo, giusto o sbagliato, delle nostre visioni politiche e culturali, talvolta anche delle meno confessabili. La musica non è una cosa che capita, è una cosa che facciamo, ed è ciò che ne facciamo. La gente pensa per mezzo della musica, decide chi essere e si esprime con la musica. Ciò che questo libro aiuta a comprendere è che la musica ha dei poteri unici come agente di un'ideologia; dobbiamo capire il suo fascino, il suo funzionamento, sia per proteggercene sia, paradossalmente, per poterne godere appieno. Nicholas Cook è docente alla University of Southampton dopo avere insegnato a Hong Kong, in Australia e negli Stati Uniti. Ha pubblicato, tra l'altro, A Guide to Musical Analysis (1987; trad. it. Guida all'analisi musicale, Guerini 1991), Music, Imagination, and Culture (1990), Beethoven: Symphony No. 9 (1993), Analysis Through Composition (1996), Analysing Musical Multimedia (1998).