Description
Nella sua lotta contro “l’immagine del pensiero” in filosofia, ovvero contro il presupposto impensato di cosa significhi pensare, Gilles Deleuze trova nell’arte un’alleata formidabile. La forma dell’arte è infatti quella dell’espressione, non del discorso: letteratura, pittura e cinema possiedono un’inesausta capacità di produrre segni e immagini che esulano da qualunque sintassi predefinita.
La destrutturazione del discorso logico operata dall’arte mette in campo anche una diversa concezione della temporalità, che non è più riducibile al paradigma della successione. Dal segno all’immagine ripercorre questa traiettoria nel pensiero di Deleuze, a partire da Marcel Proust e i segni per arrivare alle sue due monografie sul cinema, in cui l’autore francese sviluppa, in tutta la sua portata, l’idea di un’immagine-tempo come “potenza del falso”.
Biographical notes
Damiano Cantone ha insegnato Estetica all’Università degli Studi di Trieste. I suoi interessi di ricerca vertono sui rapporti fra cinema e filosofia, con particolare attenzione al lavoro di Gilles Deleuze. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo I film pensano da soli (2012) e Suspense! (con P. Tomaselli, 2016).