Description
Le Valli valdesi del Piemonte sono una «terra» e non solo un territorio geografico da leggersi con categorie sociologiche, sono una metafora che richiama una identità. Fin dal Medioevo esse furono costituite da tre elementi: l’appartenenza religiosa, la discriminazione politica e la stanzialità su un’area geografica. La «diversità» consiste in questo insieme che le colloca in uno spazio continuativo nel tempo e in movimento sinergico con una storia più ampia, almeno europea, di carattere protestante. Che ne è oggi di questa consapevolezza di «essere terra», necessaria per essere protagonisti di una attiva cittadinanza? «Perché parlare ancora delle Valli valdesi? Mille storie sono state già dette, tramandate, scritte, raccontate, tanto che si è consolidato un canone narrativo che spesso non ne restituisce la complessità. Per questo è importante, in questo periodo di trasformazioni epocali di cui abbiamo solo pallide avvisaglie, provare a riconoscere la stratificazione di tali storie, per capirne il destino di luogo. Introdursi nella complessità delle Valli valdesi non significa concentrarsi sulla dimensione che più interessa o più infastidisce. Significa accettarne le contraddizioni, le dissonanze culturali e la differenziazione delle appartenenze, per accedere a un sentimento di attenzione più maturo e rispettoso, proprio come ogni luogo denso di storia dovrebbe suscitare». Bruna Peyrot
Biographical notes
storica e saggista, presidente della Fondazione Centro culturale valdese (Torre Pellice), conduce da anni ricerche sulle identità, memorie e percorsi di costruzione democratica di singoli e gruppi in Europa e America latina. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Le «Istruzioni» di Giosuè Gianavello (con L. Perrone, Claudiana), La resistenza del silenzio. Per una proposta politica e democratica (Mimesis), Prigioniere della torre (Claudiana), Chi è l’America latina (L’Harmattan Italia), La Cittadinanza interiore (Città Aperta).