Description
Come si costruisce il nemico? Come il migrante viene trasformato in bersaglio e capro espiatorio? Il docente di Storia e Scienze politiche all'Università di Johannesburg Achille Mbembe lo indaga, approfondendo non solo gli impedimenti fisici imposti dal razzismo ma anche e soprattutto le ferite psichiche che produce. "Left"
Il nanorazzismo è il razzismo fatto cultura e respiro, nella sua capacità d'infiltrarsi nei pori e nelle vene della società, nell'ora dell'ammaliamento di massa. È quella forma narcotica del pregiudizio che si esprime nei gesti in apparenza neutri di ogni giorno, nello spazio di un nulla, di una frase in apparenza inconsapevole, di una battuta, di un'allusione e, bisogna pur dirlo, di una cattiveria voluta, di un intento malevolo, di un'oscura voglia di stigmatizzare e soprattutto di fare violenza, ferire e umiliare, di infangare chi non si considera dei nostri.
Achille Mbembe, uno dei maggiori intellettuali contemporanei, si addentra nelle dinamiche che rendono l'identificazione dell'altro come nemico la modalità dominante di relazione nella società contemporanea.
Biographical notes
Achille Mbembeè professore di Storia e di Scienze politiche alla University of the Witwatersrand di Johannesburg (Africa del Sud). Ricercatore al Witwatersrand Institute for Social and Economics Research,insegna anche al dipartimento francese della Duke University (Stati Uniti). Tra le sue pubblicazioni: De la postcolonie. Essai sur l'imagination politique dans l'Afrique contemporaine (Karthala 2000); Sortir de la grande nuit. Essai sur l'Afrique décolonisée (La Découverte 2010); Critique de la raison nègre (La Découverte 2013); Necropolitica (Ombre Corte 2016).