Description
È possibile che a volte andare in pezzi possa servire a farci tornare più interi? Gaia ha ventiquattro anni, è indipendente economicamente, vive da sola e il suo futuro sembra splendere di luminose promesse. Ma improvvisamente scende un’oscurità che la opprime, togliendole la voglia di lavorare, di vedere persone, per¬ no di uscire di casa. Dopo una visita con uno psichiatra, arriva il responso: ha un “disturbo borderline di personalità”. La diagnosi, dapprima accolta come promessa di cura, diventa una prigione, assieme al suo cammino codi¬ficato, fatto di sedute di terapia, di psicofarmaci, di test periodici. Per un ¬ fine che non sembra essere lo “stare bene” quanto lo “stare meno peggio”.
Ma questo libro non è il racconto di un dolore. È, sin dal titolo, la storia di una guarigione, raccontata con la speranza di fare del bene anche a chi la legge. Perché Gaia a un certo punto riesce a cambiare sguardo, abbandonando quello che contrappone la sanità e la normalità alla malattia, rinunciando alla prospettiva delle definizioni diagnostiche a favore della prospettiva dell’anima, “quel puntino di luce in¬finita che c’è dentro ognuno di noi”.
Una prospettiva fatta di cura di sé, di accettazione delle proprie ferite, della comprensione che il dolore può essere un dono. E che spesso, come nella celebre frase attribuita a Rilke, le nostre paure più profonde sono come i draghi delle ¬ fiabe che proteggono i nostri tesori più grandi. Gaia, così facendo, riesce a intraprendere un cammino di salvezza e di amore, verso il prossimo, verso di sé.
A più di dieci anni di distanza dal suo fortunatissimo esordio Pulce non c’è, Gaia Rayneri torna con un libro autobiogra¬fico, che muta un profondo dolore in una splendente speranza. Con un approccio sincretico, che va dal Cristianesimo al Buddismo, da Freud a Seneca, da Foucault alle tecniche di meditazione, Un libro di guarigione può accompagnare la vita di ogni essere umano, mostrandogli come affrontare i dolori, le difficoltà e le solitudini anche quando sono apparentemente insormontabili e ricordando che la felicità dell’anima è l’obiettivo più importante e più raggiungibile che esista.
Ma questo libro non è il racconto di un dolore. È, sin dal titolo, la storia di una guarigione, raccontata con la speranza di fare del bene anche a chi la legge. Perché Gaia a un certo punto riesce a cambiare sguardo, abbandonando quello che contrappone la sanità e la normalità alla malattia, rinunciando alla prospettiva delle definizioni diagnostiche a favore della prospettiva dell’anima, “quel puntino di luce in¬finita che c’è dentro ognuno di noi”.
Una prospettiva fatta di cura di sé, di accettazione delle proprie ferite, della comprensione che il dolore può essere un dono. E che spesso, come nella celebre frase attribuita a Rilke, le nostre paure più profonde sono come i draghi delle ¬ fiabe che proteggono i nostri tesori più grandi. Gaia, così facendo, riesce a intraprendere un cammino di salvezza e di amore, verso il prossimo, verso di sé.
A più di dieci anni di distanza dal suo fortunatissimo esordio Pulce non c’è, Gaia Rayneri torna con un libro autobiogra¬fico, che muta un profondo dolore in una splendente speranza. Con un approccio sincretico, che va dal Cristianesimo al Buddismo, da Freud a Seneca, da Foucault alle tecniche di meditazione, Un libro di guarigione può accompagnare la vita di ogni essere umano, mostrandogli come affrontare i dolori, le difficoltà e le solitudini anche quando sono apparentemente insormontabili e ricordando che la felicità dell’anima è l’obiettivo più importante e più raggiungibile che esista.