Description
Oggi l’architettura sta vivendo una stagione di grande instabilità. Sulla scia della globalizzazione, la pervasività della tecnologia e delle mode, le problematiche sociali ed economiche e il conseguente disorientamento dell’individuo ne hanno radicalmente trasformato gli assunti teorici e le applicazioni pratiche. Se un tempo l’architettura era un’unità compatta, con una finalità chiara e definita, ora si ha la sensazione che i suoi valori stiano attraversando una crisi profonda. Che l’armonia e la coesione del passato – fatte le opportune eccezioni – abbiano ceduto il passo a un caotico insieme di «saperi specifici» e isolati. Quali misure occorre adottare per «restituire all’architettura la sua natura di magica “scrittura terrestre”, in questo periodo messa in ombra da intenzioni temporanee»? È possibile ridare smalto alla bellezza, ormai «dimenticata o volutamente accantonata»? In questo volume, Franco Purini si chiede come combattere la superficialità delle istanze contemporanee del costruire e come ridefinire un linguaggio che non sia «un insignificante esperanto». Riflettendo sui concetti di origine e inizio, vuoto e pieno, bene e male, natura e tecnologia, spazio e tempo, l’autore affronta alcune delle questioni centrali per riscoprire lo statuto primario dell’architettura: quello di «rappresentazione fisica della nostra esistenza in tutta la sua estensione e nel mistero che l’accompagna da quando esistono le comunità umane».
Biographical notes
FRANCO PURINI (Isola del Liri, 1941) si laurea in Architettura a Roma con Ludovico Quaroni nel 1971. Allievo di Maurizio Sacripanti, collabora con Gino Pollini e Vittorio Gregotti. Architetto e teorico dell’architettura, ordinario di Composizione architettonica all’Università La Sapienza di Roma, ha insegnato a Reggio Calabria, Ascoli Piceno, Milano e Venezia. Nel 1966 ha fondato con Laura Thermes lo Studio Purini-Thermes, progettando e realizzando numerose opere in Italia e nel mondo.