Description
Il mercato del lavoro italiano è afflitto da problemi molto gravi: il sistema giuridico è improntato a un formalismo sfrenato, il costo del lavoro è altissimo, la produttività è bassa, la mobilità professionale è limitata e gli spazi di ingresso per i giovani sono estremamente ristretti.
Il lavoro flessibile viene contrastato con vincoli e formalismi bizantini, mentre i contratti precari e illeciti si diffondono senza ostacoli. La grande trasformazione del lavoro, imposta dalla gig e sharing economy, viene affrontata con soluzioni vecchie e inadeguate.
Problemi che non nascono oggi, ma sono la naturale conseguenza della diffusione di una malattia tanto diffusa quanto invisibile e poco conosciuta, il «populismo giuslavoristico», che si è sviluppata dopo la stagione di riforme approvate tra il vecchio e il nuovo millennio (il pacchetto Treu e la legge Biagi), e si è consolidata durante la pandemia.
Nel volume si analizzano questi problemi e si cercano di individuare soluzioni innovative e radicali che consentano al sistema economico di trovare il «vaccino» contro quel virus che ne minaccia la competitività.
Biographical notes
Avvocato, esperto di diritto del lavoro e delle relazioni industriali, è responsabile del Dipartimento lavoro dello studio legale DLA Piper. Collaboratore di varie riviste scientifiche e del quotidiano «Il Sole 24 Ore», è autore di molti volumi in materia di diritto del lavoro. Con Edizioni Lavoro ha pubblicato vari testi (il più recente, la guida Il lavoro post pandemia). Nel 2014 ha vinto il Premio Voltaire con il saggio Divieto di assumere.