Description
Quanto possiamo avvicinare la fenomenologia e la psicoanalisi senza rischiare di tradirne le rispettive specificità? Jacques Lacan e Maurice Merleau-Ponty, tra i più importanti pensatori del Novecento francese, rappresentano in via metonimica questi due campi del sapere in difficile rapporto. Tuttavia, insieme a una sincera relazione di amicizia, i due studiosi hanno dato vita nelle proprie opere a diversi e significativi rimandi reciproci, dichiarati o sottintesi. Ne risultano discordanze e consonanze, sempre di grande interesse, da confrontare con le rispettive opzioni teoriche di base.
Il volume costituisce l’esito di una ricerca volta a ricostruire la fitta rete di scambi tra i due studiosi, e di una riflessione filosofica che mira a chiarire gli specifici intrecci tra filosofia e psicoanalisi valutando possibilità e limiti dei loro punti di contatto. La forma, gli specchi, la visione e l’inconscio sono i principali nodi tematici individuati da questo chiasmo tra clinica lacaniana e fenomenologia merleau-pontiana.
Biographical notes
Deborah De Rosa è Ricercatrice TDA al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria, membro della Società Italiana di Filosofia Teoretica e delle redazioni delle riviste “L’inconscio” e “Bollettino filosofico”. È autrice di diversi articoli scientifici e curatrice, insieme a Fabrizio Palombi, del volume di Gian-Carlo Rota The End of Objectivity: The Legacy of Phenomenology (2019). Per Mimesis ha scritto L’ordine discontinuo. Una genealogia foucaultiana (2016).