Description
«Se la strada è scuola di vita, la bicicletta ne è maestra. E io, dopo tanta strada e tante bici, tirando di lima e ferro di saldatura, ho una storia da raccontare. La mia». Ernesto Colnago, il più grande telaista di sempre, «il Cellini della bicicletta», si racconta a Marco Pastonesi, ripercorrendo le tappe di una vita straordinaria: l’infanzia povera, le avventure come corridore, l’inizio dell’attività da garzone a operaio, la dura scalata da meccanico ad artigiano, le creazioni da eccellenza del made in Italy. Con la schiettezza senza fronzoli di un uomo che si è fatto da sé, esplora la sua geografia (i Giri d’Italia con Fiorenzo Magni e i Tour de France al servizio di Eddy Merckx, i mondiali di Vittorio Adorni e Giuseppe Saronni); e analizza la sua scienza (l’età dell’acciaio, l’età dell’alluminio, l’età del carbonio), tra incontri e folgorazioni (con Fausto Coppi, Gianni Brera, Enzo Ferrari, papa Wojtyla...). E ancora: pensieri e certezze rotonde, filosofia e religione del lavoro, fino alla clausura per la pandemia e alla nuova esplosione delle due ruote. Al centro della sua vita, la bicicletta: «Pedalare è un bellissimo verbo di movimento: ci sono i piedi come radice, ci sono le ali come suffisso, e c’è lo stesso infinito – are – di andare e volare, ma anche di pensare e immaginare, disegnare e organizzare».
Biographical notes
Marco Pastonesi (Genova, 1954), ex giocatore di rugby di serie A e B, ha lavorato per ventiquattro anni alla «Gazzetta dello Sport», seguendo soprattutto ciclismo e rugby. Per 66thand2nd ha pubblicato «Pantani era un dio» (2014, premio Gianni Brera), «L’Uragano nero» (2016), con cui ha vinto il premio Bancarella Sport 2017, «Coppi ultimo» (2019), l’ebook «Il Fiaccolaro» (2020) e, insieme a Ernesto Colnago, «Il Maestro e la bicicletta» (2020, segnalazione particolare al premio Coni 2021).
Ernesto Colnago è nato a Cambiago (Milano) il 9 febbraio 1932. Nel 1954 la sua prima bottega (a Cambiago), nel 1955 il suo primo Giro d’Italia da meccanico (per Fiorenzo Magni), nel 1957 il suo primo telaio (per Gastone Nencini), e da allora non si è più fermato. Dalla collaborazione avveniristica con Enzo Ferrari è nato il primo telaio in carbonio, le prime forcelle con foderi dritti, le prime ruote a tre razze, la prima aerodinamica studiata nella galleria del vento. «Gh’è semper on quaicoss da fà».