Description
Strano dirlo, ma un eremita non è mai solo. Padre Frédéric cercava un posto in disparte, ma non isolato, abbastanza spazioso per accogliere ospiti e che richiedesse tanto lavoro. «Trovai tutto questo a Sant’Ilarione, più altre due cose: un’antica storia di preghiera, interrotta solo nel 1952, quando un’alluvione costrinse l’ultimo monaco a lasciare il romitaggio, e il fiume, che mi ricorda le vacanze della mia giovinezza».
Sì, perché l’eremita non è fuori dal mondo e ha chiarissimi tutti i fotogrammi di quanto accade: le guerre dimenticate, le violenze senza senso, il dolore fisico e morale di tante persone. Un eremita guarda il mondo da un punto di vista diverso: è unito a tutti, proprio perché separato.
In questo diario si schiude un percorso interiore di faticoso discernimento sui passi del Vangelo; un cammino emblematico, che si inerpica sulle vette della spiritualità, pur restando saldamente poggiato a terra attraverso un’esistenza operosa e ospitale, piena e libera.
Una lettura ricca di storie e di grandi incontri, di riflessioni profonde e illuminanti, di carezze per lo spirito; un libro che ha suoni, colori e profumi, perché realmente la solitudine totale può diventare accogliente e creatrice di bellezza.
Prefazione di Giancarlo M. Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano
Biographical notes
Frédéric Vermorel, nato in Francia nel 1958, prima della laurea in Scienze politiche a Parigi, comincia da ragazzo a frequentare la comunità di Taizé. Gira il Mediterraneo e sosta nel Sahara per un certo periodo sulle orme di Charles de Foucauld. Inizia così un percorso che lo porta nel 1984 a diventare membro della fraternità monastica di S. Maria delle Grazie, a Rossano Calabro, dove resta per quasi dodici anni. Nel 2003 scopre l’antico romitaggio abbandonato di Sant’Ilarione. Nasce il sogno di portarlo a nuova vita e di restare a viverci in solitudine. Il sogno si avvera grazie all’allora vescovo Giancarlo Maria Bregantini che lo accoglie come eremita diocesano. Oggi l’eremo è tornato ad essere un luogo di preghiera, di lavoro e di ospitalità.