Description
I testi di Maximilien Winter qui tradotti, scritti tra il 1905 e il 1910 e poi confluiti nel volume La Méthode dans la philosophie des mathématiques con leggere modifiche, si caratterizzano per l’esigenza, comune ad altre figure del pensiero filosofico-scientifico europeo tra ’800 e ’900, di ridefinire il ruolo della filosofia nei confronti delle scienze e di gettare le basi di una filosofia delle scienze e delle matematiche, in particolar modo in una prospettiva decisamente post-positivistica. Le non comuni analisi condotte sui lavori di Hermite, Poincaré, Du Bois-Reymond, Cantor, Hilbert e sulla nuova logica di Russell gli hanno permesso di avere una visione integrale e non normativa del corpus delle matematiche, sino a delineare, sulla scia dei lavori di Mach, una metodologia storico-critica in grado di cogliere la loro autonomia e la crescente complessità; inoltre, i contributi di Winter hanno dato una diversa e decisiva piega a quel particolare filone, unico nel suo genere, di philosophie mathématique, sviluppatosi in area francofona, sino a costituirne il primo capitolo di un nuovo percorso proseguito prima da Albert Lautman e poi da altre figure della seconda metà del ’900.
Biographical notes
Maximilien Winter (1871-1935) è stato uno dei fondatori della storica rivista francese “Revue de Métaphysique et de Morale” (1893), per la quale ha curato, fino alla morte, la rubrica Supplément, dove ha pubblicato tutti i suoi numerosi saggi, per lo più incentrati su problemi di filosofia delle matematiche. Fu stretto collaboratore di Xavier Léon, che organizzò i primi Congressi Internazionali di Filosofia (1900 e 1904) e fondò la Société Philosophique Française nel 1901. Pur di formazione giuridica e impegnato nel campo della giustizia penale, aveva una solida preparazione filosofica e scientifica, che gli ha permesso di trattenere per conto della suddetta rivista stretti rapporti con i maggiori matematici e fisici europei dell’epoca, sino a confrontarsi, forse per primo in Francia, con le idee di Lorentz e Einstein, come risulta dall’unica opera organica pubblicata nel 1911, La Méthode dans la philosophie des mathématiques.