Description
L’uomo moderno vuole dominare la natura e sbarazzarsi di carne, morte e sessualità. Grazie al potere scientifico e tecnico, alcuni sognano di cambiare il proprio corpo, altri di produrre i propri discendenti in laboratorio. L’uomo è entrato nell’era della sua riproducibilità tecnica, ma a quale prezzo si persegue l’obiettivo di prescindere dal corpo e dalla differenza sessuale? Se il concepimento può essere attribuito alle macchine, allora il ventre femminile non è che una incubatrice, e può diventare uno «strumento di produzione». Donne e uomini non fanno più i conti con i limiti naturali, così «la sterilità e l’infertilità non sono più accettate». La biotecnologia, per rispondere alle richieste, deve «disporre di forniture biologiche, gameti o ventri femminili». Ed ecco che si alimenta nel mondo il mercato del corpo umano. La Francia e l’Europa, è la conclusione di Agacinski, devono scegliere tra la prospettiva ultraliberista in cui la libertà contrattuale di un individuo avviene a spese dei più poveri e vulnerabili, come sono le donne che affittano il proprio utero, e un’altra prospettiva, quella in cui la libertà è delimitata dalle leggi, le quali «garantiscono ai più deboli il rispetto della loro integrità morale e fisica».
Biographical notes
Sylviane Agacinski (Nades, 1945) è una scrittrice, giornalista e filosofa francese. Ottiene nel 1991 la cattedra come ricercatrice, che occupa a tutt’oggi, presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. È autrice di sette libri e numerosi articoli, principalmente incentrati sul problema del rapporto tra i sessi.