Description
La prima monografi a dedicata in Italia a Jean Eustache (1938-1981), cineasta post- Nouvelle Vague capace di attraversare in modo irripetibile il pubblico e privato degli anni ’60 e ’70, con uno sguardo soggettivo e universale, rigoroso e autentico, più che mai attuale nell’odierna frammentazione del tempo e delle identità. In un procedimento circolare dallo stile narrativo, viene dapprima ricostruito l’intreccio tra vita e cinema che ha reso unica e radicale l’esperienza del regista francese. Nella seconda parte del libro ci si immerge più direttamente nei suoi testi filmici, per cogliere quei nessi immaginifici e profondi (spesso fatti di istanti rivelatori) attraverso cui il cineasta ha cercato dei rimandi di senso per la sua stessa vita: attuando di fatto una risalita verso un tempo irrisolto, verso l’origine del cinema, del mito, dell’infanzia del mondo.
In appendice, un’intervista all’attrice Françoise Lebrun e la conversazione sul cinema di Jean Eustache tenutasi al 36° Torino FIlm Festival. Prefazione di Alessandro Cappabianca.
Biographical notes
Luca Bindi è nato ad Arezzo 54 anni fa, e dal 1996 lavora come educatore nel Ministero della Giustizia. Oltre vent’anni di servizio presso gli Istituti Penali per i Minorenni di Torino e Firenze, e l’intenso contatto con situazioni di marginalità, ne hanno accentuato la sensibilità verso percorsi di integrazione socioculturale. Appassionato e studioso di cinema, ha conseguito la laurea in Musica e Spettacolo presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Siena.