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La storia del Limbo si è conclusa il 19 gennaio 2007. Quel giorno, durante un’udienza in Vaticano, papa Benedetto xvi diede il suo consenso alla pubblicazione di un lungo rapporto che invitava i fedeli a “lasciar cadere” l’“ipotesi Limbo”. La notizia della “fine del Limbo” ebbe una certa risonanza su tutti i giornali italiani e stranieri; più difficile era spiegare quando questa storia fosse cominciata, come mai fosse durata tanto e cosa fosse, in definitiva, questo Limbo che, come allora si disse, era stato “abolito”.
Se Jacques Le Goff aveva messo a punto, in un capolavoro della storiografia contemporanea, la Storia del Purgatorio, sul Limbo mancava una ricerca completa e autorevole. Chiara Franceschini ha condotto questa ricerca e può ora offrire al pubblico e agli studiosi la parabola completa di un’ipotesi teologica che fu un’idea culturale diffusa e importante, che rispondeva a problemi antropologici e sociali ben definiti, che fu rappresentata e narrata in immagini, scritti, poesie e leggi e che durò più di un millennio, prima di venire scartata.
Da sant’Agostino a Dante, da Mantegna a Michelangelo, da Lutero al cardinale Borromeo, con grande attenzione non solo alla cultura alta e alla teologia ufficiale, ma anche alle pratiche concrete e “dal basso” (come al diffuso miracolo della risurrezione temporanea dei feti per poterli battezzare e seppellire in terreno consacrato), Franceschini riconduce l’affascinante storia del Limbo nell’Occidente cristiano al grande mutamento culturale da un modello di aldilà di tipo “imperiale” a uno di tipo “penitenziale” che generò anche il Purgatorio, incrociato con una millenaria paura – quella dei morti non pacificati, non ritualmente seppelliti e senza nome – di cui si trovano ampie tracce nella storia delle credenze religiose europee e nel bacino mediterraneo fin dall’antichità.