Description
È colpa dei campi: è come una malattia, se ci resti te la prendi.I campi sono stabilimenti della malavita come le carceri: difficile che qualcuno cambi vita. I campi sono come i manicomi di una volta: se ci entravi non uscivi più. I campi sono vicini ai quartieri peggiori della città: lì ci sono i cattivi maestri. I campi sono come il miele: attirano le api, attirano la feccia. Quanto hanno speso per i campi? Che pazzia! Sempre più affollati, con baracche e posti venduti e rivenduti dagli stessi zingari furbi che si sono arricchiti coi soldi sporchi. E cosa gli è rimasto, poi, agli zingari furbi? Figli in galera, figli drogati o spacciatori. Hanno sbagliato a fare i campi e continuano a sbagliare. Bisogna dare opportunità di lavoro e poi prendere dei piccoli terreni e affittarli e fare pagare tutto, dare delle responsabilità, come si fa coi figli quando vuoi farli diventare uomini. Fare la carità è peggio che non fare niente. Rom HavatiQuesto libro forse non farà piacere a molti e dispiacerà a qualcuno. Non piacerà a tutti coloro che gli zingari non li amano proprio. Né a tutti coloro che non vogliono vedere sollevare le gravi responsabilità di chi governa le città e le istituzioni. Né a coloro che si cullano nell’illusione di avere, a pochi metri da casa, una cultura millenaria e libertaria. Né a quegli stessi zingari che non hanno saputo o voluto cambiare la propria vita, per salvare le proprie famiglie dall’abbraccio mortale con la criminalità. Questo libro è un’occasione rivolta a tutti per sostituire al pregiudizio la discussione. Ammesso che non sia troppo tardi: da quanto tempo il vento non soffia più? dalla Postfazione di Giorgio Bezzecchi e Maurizio Pagani