Description
“Questo romanzo mi piace perché è tanto diverso dagli altri miei scritti. Credo che sorprenderà i miei più fedeli lettori” affermò José Martínez Ruiz (”Azorín”) di La isla sin aurora (1944). Opera fra le più originali e godibili di quello che può essere considerato uno dei massimi scrittori spagnoli contemporanei (Monóvar, Alicante, 1873-Madrid, 1967), purtroppo quasi ignoto al pubblico italiano, si presenta anche come un fondamentale compendio della sua visione del vivere e dello scrivere, tesa fra innovazione e tradizione. Attraverso il resoconto di un’immaginaria traversata del Pacifico intrapresa da un poeta, da un romanziere e da un drammaturgo alla volta dell’“isola senza aurora” del titolo, “Azorín” accompagna il lettore in un affascinante viaggio fra realtà e finzione, fra vita e arte, con assaggi intertestuali che spaziano da Sofocle a Goethe, da Leonardo a Shelley, da Turner a Gauguin. In un contesto discorsivo ispirato a generi opposti e complementari, come la fiaba e il libro di viaggio, e in una lingua asciutta, precisa e di grande preziosità lirica – che fa del suo autore un maestro della prosa spagnola di tutti i tempi –, questo Entwicklungsroman si configura come un complesso percorso estetico e filosofico diretto verso l’atarassia, e cioè verso quell’ideale classico proprio del saggio e dell’artista cui “Azorín” sempre aspirò nella sua vasta e variegata produzione, sulla scia dei modelli umani e letterari da lui più amati: Seneca, Montaigne, Gracián.