Description
L’Italia è uno dei paesi più belli al mondo. Ha la maggiore concentrazione di beni culturali e centri storici, le più famose città d’arte. Tutto questo è la nostra ricchezza. Rischiamo di perderla, per sempre. Il PARTITO DEL CEMENTO avanza e non lo ferma più nessuno. Dal nord al sud la febbre del mattone coinvolge banchieri, cardinali, sindaci, deputati di destra e di sinistra. Tutti vogliono guadagnarci, a partire dai Comuni. Così la ricchezza degli italiani vola via. Pensate che tra il 1990 e il 2005 sono stati divorati 3,5 milioni di ettari, cioè una regione più grande di Lazio e Abruzzo messi insieme (la Liguria tra il 1990 e il 2005 si è mangiata quasi la metà del territorio ancora libero!). Il tutto a un ritmo di 244.000 ettari all’anno (in Germania 11.000 all’anno). Ciò nonostante troppi italiani sono senza casa perché mancano gli alloggi “sociali” (solo il 4 per cento sul totale contro il 18 per cento della Francia, il 21 per cento del Regno Unito). Intanto 5500 comuni su 8000 sono a rischio di dissesto idrogeologico. I soldi per il ponte di Messina ci sono, per le frane no. Gli autori di questo libro sono andati a vedere l’ITALIA COM’È e la raccontano con nomi e cognomi di affaristi, banchieri, cardinali, sindaci e deputati: la SARDEGNA di nuovo in mano agli speculatori, le LANGHE trasformate in shopville, l’invasione di seconde case sulle ALPI (costruiscono persino sulla Marmolada!), il BRENTA violentato, gli affari della CHIESA nelle CITTÀ LIGURI, le grandi operazioni di Ligresti e dei soliti noti a MILANO, di Caltagirone e dei soliti noti a ROMA, la storia triste di BAGNOLI. Neanche SIENA e FIRENZE vengono risparmiate. E ritorna la febbre da stadi e autodromi, nuove occasioni per ulteriori speculazioni. Ma cosa gliene viene agli italiani di tutto questo? Meno male che non tutti abbassano la testa. COMITATI DI CITTADINI si stanno formando in Veneto, Toscana, a Milano, in tanti centri grandi e piccoli. La legge del 1986 che stabilisce le norme per danno ambientale è dalla loro. Per questo adesso molti la vogliono cambiare.
Biographical notes
Andrea Garibaldi, cinquantacinque anni, romano. Laureato in lettere moderne, ha lavorato per vent’anni a «Il Messaggero», dove è stato cronista, inviato speciale e vicecapo della cronaca di Roma.
Come inviato ha seguito fra l’altro il terremoto dell’Irpinia, la strage alla stazione di Bologna, l’evoluzione politica dei paesi dell’Est dopo la caduta del muro di Berlino e le varie fasi della guerra nella ex Iugoslavia. Nel 1998 è stato chiamato al «Corriere della Sera» per dirigere la cronaca di Roma. Dal 2004 è inviato speciale per il «Corriere» e si occupa prevalentemente di politica nazionale.
Ha pubblicato Qui comincia l’avventura del signor (con Roberto Giannarelli e Guido Giusti, La Casa Usher 1984), la biografia di Enrico Lucherini e Matteo Spinola C’era questo c’era quello (Mondadori 1984) e Piombo e carta, cronache da Sarajevo assediata (Protagon 1994), con testimonianze dirette di quattordici giornalisti.
Nel 2010 per Chiarelettere ha pubblicato il libro "La colata", scritto insieme a Ferruccio Sansa, Antonio Massari, Marco Preve e Giuseppe Salvaggiulo.
Antonio Massari, quarantuno anni, barese. Scrive per «il Fatto Quotidiano» e ha collaborato con «la Repubblica», «La Stampa», «il manifesto», «l’Unità», L’espresso, Diario e Micromega.
Ha seguito le principali inchieste giudiziarie degli ultimi anni, dalla vicenda De Magistris ai coinvolgimenti di Berlusconi nel caso D’Addario, pubblicando in esclusiva, con il settimanale «L’espresso», i nastri delle conversazioni tra il premier e la donna barese.
Si è occupato di varie vicende di attualità, dagli scandali sulla Protezione civile legati agli appalti alle pressioni di Berlusconi sulla Rai per chiudere Annozero, pubblicate in esclusiva su «il Fatto Quotidiano». Ha pubblicato due libri per la casa editrice Aliberti: Il caso De Magistris (2008) e Clementina Forleo, un giudice contro (2009).
Nel 2010 ha pubblicato con Chiarelettere il libro "La colata", scritto insieme a Ferruccio Sansa, Andrea Garibaldi, Marco Preve e Giuseppe Salvaggiulo.
Marco Preve, giornalista, è nato nel 1963 a Torino. Cresciuto a Savona, vive a Genova dove è cronista di giudiziaria, ma non solo, della redazione locale de “la Repubblica”. Ha seguito le indagini sul serial killer Donato Bilancia, il giallo della contessa Agusta, le principali inchieste in tema di corruzione e soprattutto il G8 di Genova del 2001 e tutti i processi che ne sono seguiti. Collabora con “l’Espresso” e “MicroMega”. Ha un blog intitolato “Trenette e mattoni”, e ha scritto due libri, sempre con Chiarelettere: IL PARTITO DEL CEMENTO, nel 2008, con Ferruccio Sansa; LA COLATA, nel 2010, con Ferruccio Sansa, Andrea Garibaldi, Antonio Massari e Giuseppe Salvaggiulo.
Giuseppe Salvaggiulo, trentasette anni, pugliese. Nel 1998 ha vinto il concorso de «Il Foglio» per aspiranti giornalisti. Primo articolo sul «Corriere del Mezzogiorno»: un’inchiesta sulla speculazione edilizia attorno alla valle dei dinosauri di Altamura. Ha scritto anche per «Diario», «Internazionale», «Controcampo». Dopo la laurea in giurisprudenza a Roma, si è specializzato all’Istituto per la formazione al giornalismo di Milano. Ha lavorato nelle redazioni di «Libero» e «il Giornale». Dal 2008 si è trasferito a Torino e lavora a «La Stampa», dove si occupa di cronaca e politica e ha seguito, tra l’altro, gli scontri etnici di Rosarno. Con un’inchiesta sull’inquinamento in Abruzzo provocato dalla discarica abusiva più grande d’Europa, ha vinto nel 2008 il premio Paone per il giornalismo ambientale. Dal 2011 cura su «Il giornale dell’architettura» la serie di «interviste eretiche». Nel 2009 ha scritto il suo primo libro: Flop. Breve ma veridica storia del Pd (Aliberti Castelvecchi). Nel 2010 ha pubblicato con Andrea Garibaldi, Antonio Massari, Marco Preve e Ferruccio Sansa La colata. Il partito del cemento che sta cancellando l’Italia e il suo futuro (Chiarelettere).
Ferruccio Sansa (1968) vive a Genova. È inviato de «il Fatto Quotidiano». Ha cominciato la sua carriera occupandosi di temi ambientali per «Airone» e «Bell’Italia». Poi è passato ai quotidiani, prima a «Il Messaggero» e poi a «la Repubblica», dove si è occupato dei maggiori scandali finanziari degli ultimi anni. Durante l’inchiesta Antonveneta ha scoperto le ormai famose telefonate integrali dei «Furbetti del quartierino». Insieme ai colleghi Carlo Bonini e Giuseppe D’Avanzo ha raccontato per primo il rapimento dell’Imam egiziano Abu Omar, un caso poi diventato di dimensioni mondiali, e si è occupato del fenomeno delle extraordinary renditions messo in atto dai servizi di intelligence americani per rapire sospetti terroristi all’estero. Approdato a «Il Secolo XIX» ha realizzato l’inchiesta sui 98 miliardi di euro di cui la Procura della Corte dei conti ha chiesto il pagamento alle società concessionarie di slot machine. Dopo una parentesi a «La Stampa» è giunto a «il Fatto Quotidiano», per il quale realizza inchieste su scandali politici di ogni colore. Ha pubblicato con Luigi Offeddu i libri Ragazzi di Satana (Bur, 2005) e Milano da morire (Bur, 2007). Per Chiarelettere ha scritto due inchieste sul degrado dell’ambiente in Italia e sul rapporto tra il mattone, la politica e la criminalità organizzata: "Il partito del cemento" (con Marco Preve, 2008) e "La colata"(con Andrea Garibaldi, Antonio Massari, Marco Preve, Giuseppe Salvaggiulo, 2010). Ha collaborato tra l’altro con Radio Popolare, «Micromega» e con giornali tedeschi e inglesi, da «Geo» a «The Guardian». Ha pubblicato una raccolta di racconti, Se ci fossimo parlati (De Ferrari, 2001), che ha vinto il Premio Teramo 2001. Nel 2012, ha pubblicato per Chiarelettere "Il sottobosco" (con Claudio Gatti).