Description
Insegna di questo volume, nato dalla sinergia di affermati studiosi e di promettenti ricercatori in formazione, è la citazione leopardiana: «Tutto è degno di riso fuorché il ridersi di tutto». Nella cornice disegnata, in apertura, dall’analisi del parodico disincanto dell’autore dello Zibaldone e, in chiusura, dalla riflessione su eminenti interpreti (Benjamin, Jauss) della baudelairiana «perdita d’aureola», sono racchiuse fervide indagini intorno ad alcune declinazioni del tragico ottonovecentesco. L’incrocio tra il riso di Bini e le lacrime di Pellico, il verghiano Mastro-don Gesualdo precluso all’agnizione, la dissonante figuralità dei Drami delle maschere di Lucini, la tragedia come «atto mancato» della palazzeschiana Storia di Frate Puccio, i risvolti grotteschi del fantastico di Buzzati, fino al conflitto, privo di catarsi, tra madre e figlio, espresso dalla narrativa di Lalla Romano, inscenano la cruciale impraticabilità del tragico nella trama del moderno.