Description
«Chiunque abbia avuto occasione di riflettere sulla storia e sulla politica» osserva Hannah Arendt «non può non essere consapevole dell’enorme ruolo che la violenza ha sempre svolto negli affari umani.» In questo breve, densissimo saggio la Arendt dà ragione della sua affermazione ripercorrendo i fatti storici degli anni Sessanta sullo sfondo di tutto il Ventesimo secolo. In una lucida, penetrante (e ancora attualissima) radiografia del fenomeno, cui tuttavia non mancano il tono e la vibrazione dell’autentica passione politica, l’autrice tocca temi quali il rapporto fra violenza, potere, forza e autorità, la «razionalità» della violenza, le sue cause, le sue origini, le differenze tra violenza collettiva e violenza individuale.
Biographical notes
Hannah Arendt (1906-1975), filosofa tedesca allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers, emigrata nel 1933 dalla Germania in Francia a causa delle persecuzioni contro gli ebrei, dal 1941 si trasferì negli Stati Uniti dove insegnò ha insegnato nelle più prestigiose università.