Description
«Riprendiamoci la maternità!». Slogan bizzarro sulla bocca di una donna, poiché la maternità oggi tende a presentarsi e a essere vissuta come un peso, un retaggio da cui liberarsi e non da liberare. Dal canto loro, le biotecnologie trasformano, con la segmentazione del processo riproduttivo, l’esperienza umana – fisica, mentale, psicologica – della maternità in prodotti da immettere sul mercato. Invece, proprio perché, per la prima volta nella Storia, le donne (almeno in Occidente) hanno raggiunto la piena autonomia e possono scegliere se essere madri, si profila la concreta possibilità di contestualizzare la maternità nella sfera della libertà e di inaugurare una diversa e più ricca idea di umanità. Un testo prezioso per chi sente che stiamo vivendo un passaggio epocale quanto al modo di concepire la maternità e il significato della parola libertà.
Biographical notes
Ha insegnato Storia delle dottrine politiche, Filosofia della politica e Storia e politica dell’integrazione europea all’Università l’Orientale di Napoli. Ha diretto il Centro di studi e ricerche delle donne presso la Fondazione Istituto Gramsci e ora fa parte del suo Comitato scientifico. È tra le fondatrici del movimento “Se non ora quando-Libere!”. La sua attività di ricerca ha riguardato il pensiero filosofico e politico del Seicento e del Novecento. Si è occupata di teoria femminista. Fra le sue pubblicazioni Democrazia e cosmopolitismo in Antonio Gramsci (2009) e Le avventure della libertà. Dall’antica Grecia al secolo delle donne (2016).