Description
Per gli antichi greci era felice una persona fortunata, «posseduta da un buon genio»; per i romani la felicità significava salute, prosperità e fecondità. È un tema eterno, quello della felicità: riaffiora nei secoli, coinvolge popoli diversi che vi imprimono significati sempre nuovi, segna nella storia un filo rosso che giunge sino a noi. Ancora oggi ci domandiamo se è morale essere felici, se la ricchezza fa la felicità, se la felicità è privata e individuale oppure pubblica. La cultura dell’età moderna si pone un obiettivo nuovo: trasformare il sogno della felicità in realtà politica, o quantomeno creare le opportunità perché ciò avvenga. La felicità diventa un’espressione chiave della modernità: non più una promessa, legata a un futuro preordinato e fuori dalla portata dell’individuo, ma una ricerca, che presuppone quindi la libertà della persona e la responsabilità delle sue scelte. Tra utopie, passioni, desideri, emozioni, che percorrono la letteratura, l’arte e la politica fino a trasformare la ricerca della felicità in un diritto, Antonio Trampus traccia la storia dell’idea di vivere in un mondo migliore.
Biographical notes
Antonio Trampus insegna Storia moderna all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha pubblicato saggi su riviste nazionali e internazionali ed è autore, tra l’altro, di I gesuiti e l’Illuminismo (Firenze 2000) e curatore dell’edizione critica di La scienza della legislazione di Gaetano Filangieri (Venezia 2004) e di Diritti e costituzione. L’opera di Gaetano Filangieri e la sua fortuna europea (Bologna 2005).