Description
Qual è il ruolo dell’improvvisazione nella musica jazz? Qual è il rapporto tra scrittura e improvvisazione? Come si ascolta jazz nel modo “giusto” e perché chiamiamo l’ascolto del jazz ascolto “attivo”, “strutturale”, “globale”? Esiste un modello specifico di didattica jazzistica, per quanto la definizione sembri apparentemente un ossimoro? Qual è il rapporto tra jazz e altri generi musicali, tra jazz e teatro, tra jazz e poesia e letteratura? Questi e altri temi, insieme ad alcuni sintetici profili di musicisti amati dall’autore, sono affrontati qui in modo concreto e avvincente da Arrigo Cappelletti, pianista, didatta e compositore che il jazz lo fa e lo vive ogni giorno. Il presente libretto sfugge al modello della classica storia del jazz, così come a quello dell’arido manuale didattico, e riesce a far “sentire” il particolare “profumo” di questa musica: quel carattere di esplorazione gioiosa e non pre-ordinata senza cui il jazz scadrebbe nel manieristico e nel cerebrale.
Biographical notes
Arrigo Cappelletti, pianista jazz, compositore e saggista, ha realizzato oltre trenta dischi a suo nome, a metà fra intensa vena lirica e spirito di ricerca, collaborando con musicisti internazionali quali Steve Swallow, Ralph Alessi, Bill Elgart, John Hebert, Mat Maneri e, in Italia, Roberto Ottaviano, Giulio Martino, Gianni Coscia, Furio Di Castri. Ha pubblicato, fra l’altro, il libro Paul Bley: The Logic of Chance (2010). Per quindici anni è stato docente di jazz al conservatorio di Venezia.