Description
Il tema dell’archivio emerge con sempre maggiore centralità nelle pratiche artistiche ed espositive del presente. Al gesto selettivo di una narrazione unilineare si contrappone la proliferazione policentrica degli archivi, alla storia con le sue gerarchie precostituite il decentramento di una geografia dei molteplici punti di vista. Marco Scotini ha contribuito in maniera decisiva al consolidamento di tale prospettiva attraverso il suo lavoro teorico e l’organizzazione di mostre di grande rilievo. L’inarchiviabile presenta una riflessione complessiva sull’estetica dell’archivio a partire non dall’applicazione di astratti principi teorici ma da un percorso di confronto con opere e artisti, lungo un itinerario che partendo dall’Italia si estende all’Europa orientale, all’Africa e all’Asia. Dai dialoghi con Harun Farocki, Vyacheslav Akhunov e Marko Pogacnik alle analisi su uno spettro di pratiche artistiche – che dalla “differenza italiana” si aprono sugli spazi della decolonialità, chiamando in causa il lavoro di figure quali Piero Gilardi e Ugo La Pietra, Laura Grisi e Marcella Campagnano, Ivan Kožarić, Mao Tongqiang e Meschac Gaba – l’archivio diviene la prospettiva attraverso la quale costruire narrazioni controegemoniche in grado di restituire alle pratiche artistiche una vocazione critica.
Biographical notes
Marco Scotini è Direttore del Dipartimento di Arti Visive e del Biennio specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano e Roma. È Direttore artistico di FM – Centro per l’arte contemporanea di Milano e, dal 2014, del programma espositivo del PAV – Parco Arte Vivente di Torino. Ha curato il padiglione albanese alla Biennale di Venezia del 2015, tre edizioni della Biennale di Praga (2003, 2005, 2007), la prima Biennale di Anren (2017) e la seconda edizione della Biennale di Yinchuan (2018). È advisor della Bangkok Art Biennale (2020, 2022). È curatore di Politiche della memoria. Documentario e archivio (con E. Galasso, 2014) e di Utopian Display. Geopolitiche curatoriali (2019) e autore di Artecrazia (2021).