Description
“Talora è più difficile, in maniera paradossale, trovare un titolo che scrivere un libro; si sa sempre quanto si vuol dire, ma non sempre come chiamarlo… Sceglieremo perciò il titolo del primo capitolo: Avere un Centro, questo introduce a suo modo i capitoli seguenti, che trattano d’antropologia su tutti i piani e anche, più avanti, di metafisica e di vita spirituale. C’è l’ordine dei principi, che è immutabile, e quello dell’informazione – tradizionale o altra – di cui si può dire che è inesauribile: da una parte nel libro non tutto sarà nuovo per i nostri lettori abituali, e dall’altra vi troveranno tuttavia delle precisazioni e illustrazioni che possono avere la loro utilità. Non si hanno mai troppe chiavi per la “sola cosa necessaria”, anche se i riferimenti sono indiretti e modesti”.
(dalla Prefazione dell’Autore)
“Per la prima volta in particolare in un lungo capitolo d’antropologia tradizionale, intitolato appunto Avere un Centro, Schuon espone, con la sua abituale libertà d’espressione, la sua nozione di ‘genio’ come fenomeno compensativo all’impoverimento dell’ambiente e mostra una cultura classica inattesa tanto sul piano pittorico quanto su quello poetico o letterario”.
JEAN-BAPTISTE AYMARD
“Per la potenza e limpidezza del pensiero, eco fedele di un insegnamento sovrumano, [i capitoli del libro] sono davvero per il lettore attento, ‘una luce sul cammino’”.
JEAN HANI
Biographical notes
Nasce a Basilea nel 1907 da padre originario del Württemberg e da madre alsaziana. Dal 1930 al 1932 lavora come disegnatore d’arte a Parigi, senza tuttavia trascurare gli studi di orientalistica, compreso quello dell’arabo. Poco dopo si reca in Africa settentrionale per studiarvi il Sufismo, in questo periodo conosce il maestro sufi Cheikh El-Allauoi. Il seguito della sua vita è caratterizzato da una serie di viaggi in vari paesi orientali; rende visita due volte a René Guénon al Cairo – con il quale collabora per due decenni alla rivista Etudes Traditionelles – il suo soggiorno in India viene invece interrotto dalla Seconda Guerra Mondiale. Più tardi nel 1959 e nel 1963 Schuon soggiorna a lungo presso gli Indiani dell’America del Nord, stringe amicizia con personaggi eminenti e viene adottato dalla tribù dei Sioux. L’interesse per le civiltà orientali e in particolare per la loro arte ha permeato tutta la vita di Frithjof Schuon. Dopo aver vissuto per quarant’anni in Svizzera sulle rive del lago Lemano, si ritira negli Stati Uniti, dove muore nel 1998. Delle sue opere le Edizioni Mediterranee hanno pubblicato in questa collana: Unità trascendente delle religioni, Sufismo: velo e quintessenza, Sentieri di gnosi, L’occhio del cuore, Sulle tracce della religione perenne, Immagini dello spirito, Cristianesimo/Islam, Dal divino all’umano, Forma e sostanza delle religioni, L’esoterismo come principio e come via, Le stazioni della saggezza, Il sole piumato, Sguardi su mondi antichi.