Description
Un saggio di grande attualità ancora oggi, perché tratta dell’impatto tra la tradizione letteraria e le nuove forme di sapere e di espressione introdotte dalla pubblicità. Prezzolini, questo straordinario personaggio del Novecento italiano, lo pubblicò nel 1907, quando ancora non era esploso il dibattito sui « persuasori occulti » e ben più di mezzo secolo prima degli allarmi sulla « invasione degli spot », ma in un clima culturale già percorso dai conflitti tra arte e cultura di massa, tra istituzioni e processi di socializzazione, tra filosofia umanistica e pragmatismo.
Questo saggio di Prezzolini, ricco di anticipazioni sul carattere innovativo dei linguaggi «pubblicitari» e sulla trasgressività delle tecniche « persuasive » nei confronti delle forme e dei valori estetici, educativi, informativi, si affianca ad un altro saggio fondamentale che lo ricorda persino nel titolo, La persuasione e la rettorica di Carlo Michelstaedter: Prezzolini risulta schierato su un punto di vista «affermativo», rispetto a quello «negativo» quasi «francofortese» di Michelstaedter e dimostra una forte apertura ai fenomeni di modernizzazione. L’opera, per quanto Prezzolini sia notissimo in Italia e all’estero, è ancora poco conosciuta, forse proprio perché contro corrente sin da allora. La sua pubblicazione colma dunque una lacuna, ma si rivolge ad un pubblico più vasto, sensibile ai problemi relativi alla efficacia dei linguaggi e al rapporto tra comunicazione e società. In questo senso risulta particolarmente significativa l’introduzione di Alberto Asor Rosa, che di Prezzolini e della società italiana di quegli anni è stato da sempre un attento studioso, capace di rilanciare nodi cruciali di « politica » della scrittura e di « ideologia » della critica testuale. Asor Rosa sceglie una lettura fortemente polemica che rilancia al presente il dibattito sull’etica dell’intellettuale e in particolare del giornalista-persuasore.