C'era una volta il sesso

Divagazioni ombelicali per ritrovare il piacere perduto
Autore:
Anno:
2023
Numero pagine:
224
ISBN:
9788858857700
DRM:
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Layout:
Reflowable

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Description

Qui si parla di sesso. Nello specifico, si parla del fatto che ne facciamo meno. Se sei lì a scuotere il capo pensando che sia falso, perché tu hai gioiosamente copulato non più di tre ore fa, ottimo, rallegratene, ma sappi che questo libro riguarda anche te. Perché il sesso – che facciamo o non facciamo – dice di noi più di quanto pensiamo: chi siamo, come stiamo, cosa desideriamo; qual è il nostro stile di vita e che rapporto abbiamo col corpo; quali valori, aspettative e priorità scandiscono il nostro tempo; quali ansie ci levano il sonno; che tipo di relazioni viviamo e con quali strategie restiamo fedeli a noi stessi. Stella Pulpo indaga la recessione sessuale nella nostra epoca, passandone in rassegna cause, esiti e margini di recupero: dall’impatto della tecnologia sul desiderio all’arrivo dei figli; dalle minacce di imminenti catastrofi globali alle crisi personali; dalla precarietà delle relazioni fino ai limiti della monogamia romantica. Con la dovuta dose di leggerezza – il dramma è controindicato al sesso, si sa – l’autrice parte dalla sua esperienza personale e raccoglie testimonianze e dati di studi recenti, per condurci in una riflessione ironica e brillante sui nuovi consumi e costumi dell’eros. Il finale è aperto e dipende da ciascuno: possiamo recuperare l’umanità dell’incontro con l’altro? Riusciamo a ritrovare il valore di una sana, libera e oscena scopata? Dall’autrice dello storico blog “Memorie di una Vagina”, tra i primi in Italia a parlare di sesso da un punto di vista sfacciatamente femminile, arriva un libro senza peli sulla lingua sul perché non lo facciamo (quasi) più e su come provare a riacciuffare il desiderio. “Pulpo ha penna fertile e lingua affilatissima. I suoi lavori sono caratterizzati da un’ironia al limite della ferocia.” I. Ravarino, Il Messaggero “Il suo stile è arguto, simpa(te)tico e spesso da morire dal ridere.” F. Pontiggia, Il Fatto Quotidiano



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