Description
Le narrazioni sono utensili cognitivi che appaiono fin dagli albori dell’umanità. A partire dal narrative turn della seconda metà degli anni Novanta, alcuni dei più svariati ambiti tradizionalmente anarrativi (come la politica, il marketing, l’advertising, la medicina) hanno “inglobato” la narrazione all’interno del loro impianto teorico-metodologico, riconoscendone dunque il valore e le potenzialità. Uscendo dall’impasse che la legava a un alveo strettamente letterario, la narratologia sta trovando sempre più stimoli nella psicologia genetica e cognitivista, nelle teorie della mente e nelle neuroscienze. Il libro discute i più recenti orientamenti scientifici all’interno dei suddetti ambiti che mostrano le nostre reazioni neuro-fisiologiche durante la lettura/visione di una storia; quali abilità cognitive stimola la fruizione di serial TV, romanzi, film e docufiction; l’esistenza di differenze gender-related nella formattazione del racconto e nella scelta dei generi narrativi e letterari; e infine, il benessere cognitivo derivante dall’utilizzo delle narrazioni in soggetti con disturbi da stress post-traumatico, affetti da patologie neurodegenerative e con disturbi autistici.
Biographical notes
E' professore ordinario di Comunicazione narrativa e Letteratura per l’infanzia nell’Università di Modena e Reggio Emilia e insegna Semiotica allo IULM, Comunicazione multimediale al Suor Orsola Benincasa di Napoli e Letteratura per l’infanzia nella Libera Università di Bolzano. Tra i suoi ultimi volumi: Storie di vita. Come gli individui si raccontano nel mondo, La suspense e La crime fiction (con R. Rossi).