Description
Un breve, acuminato romanzo che è anche una riflessione sul suicidio assistito, la paternità e la fragilità/forza dell’adolescenza.
Un uomo senza nome decide di partire per la Svizzera e vedere come si muore in un centro per suicidi assistiti. All’interno di questo viaggio, nel dramma misterioso e oscuro di un cuore che sembra spacciato, s’inserisce il dialogo col figlio che l’accompagna. Un figlio giovane, il quale all’inizio non conosce tutti i propositi paterni; un figlio fragile eppure fortissimo; un figlio per cui quella vicinanza diventa un canto di resurrezione.
Con uno stile secco e smagliante, acuminato quanto le esistenze che racconta, Massimiliano Governi stende il filo spinato della scrittura intorno a una storia delicata ma estrema, che non cerca mediazioni. Nel campo minato delle emozioni della Casa blu, infatti, le parole esplodono solitarie e senza aiuto. Simili a cartucce disperate di un’arma automatica, con dialoghi che marciano magicamente fino alla fine, i pensieri possono essere foschi presagi ma pure rinascite, sono l’ambiguo sorriso finale di un ragazzo che, come Cassandra, intuisce nel suo cuore il futuro.
Attraverso un estraniante dialogo a due voci in cui un padre rivela lentamente i propri segreti a un figlio che ascolta ma non giudica, fiorisce un rapporto inaspettato, intimo e toccante. Sulle note di David Bowie i due arriveranno a conoscersi e, forse, persino a salvarsi.
«Un racconto che colpisce al cuore».
Giancarlo De Cataldo
«Un viaggio verso la morte che è un inno alla vita».
Roberto Saviano