Gente di Trieste

Autore:
Editore:
Anno:
2021
Numero pagine:
272
ISBN:
9788858144657
DRM:
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Layout:
Reflowable

€10.99

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Description

«È inutile cercare di mantenere una stabile serenità quando il vento di bora manda tutto all'aria.»

Viaggiatori per protesta, esploratori intraprendenti, scienziati visionari, inventori sfortunati, poeti e artisti dimenticati, imprenditori eccentrici, eroi senza pace. È la gente di Trieste, città di confine dalle mille anime divise e ricomposte dalla Storia, crocevia di guerre, traffici e commerci, città nata per essere moderna e che alla modernità ha pagato un alto prezzo. Pietro Spirito ricostruisce un'ampia galleria di personaggi. Come Carl Weyprecht, l'esploratore polare che scoprì la Terra di Francesco Giuseppe. Oppure Josef Ressel, che inventò l'elica delle navi ma nessuno lo riconobbe. O Vittorio Benussi, che ideò la macchina della verità e morì nella menzogna. Ma anche lo scrittore Italo Svevo o il grande poeta Umberto Saba, che in punto di morte confessò di essere responsabile del suicidio di due sue giovani commesse. Figure dalle esistenze in bilico, come Rodolfo Maucci, l'insegnante che, costretto dai nazisti a dirigere il giornale della sua città occupata, lo boicottò in segreto dall'interno rischiando il campo di concentramento. E la pittrice Alice Zeriali, schiva e riservata ma che ha intrattenuto rapporti fecondi con grandissimi artisti del Novecento. O Nazario Sauro, l'eroe italiano tradito dal suo mare. Una affascinante biografia della città dove il forte vento di bora intreccia e scompiglia i destini, e dove tutto può cambiare all'improvviso.


Biographical notes

Pietro Spirito (Caserta, 1961) vive e lavora a Trieste. Scrittore e giornalista alle pagine culturali de "Il Piccolo", collabora con la Rai ed è autore di documentari e testi per il teatro. Tra i suoi libri: per Guanda Le indemoniate di Verzegnis (2000, Premio Chianti), Speravamo di più (2003, finalista al Premio Strega), Un corpo sul fondo (2007, Premio Scritture di frontiera) e L'antenato sotto il mare (2010); per Santi Quaranta Il bene che resta (2009, Premio Latisana); per Marsilio Il suo nome quel giorno (2018); per Pagliai i racconti Se fossi padre (2018).


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