Description
Tra la fine del 1949 e l’inizio del 1950, Giuseppe Di Vittorio, il grande leader della Cgil, lanciò la proposta di un Piano del lavoro «per la rinascita dell’economia nazionale». L’idea di fondo era quella di mobilitare tutte le energie produttive disponibili per far sì che la necessaria, quanto faticosa, ricostruzione postbellica si traducesse nell’avvio di una nuova fase di sviluppo. Una fase che consentisse al nostro paese di diventare più moderno, più giusto, più ricco. Con un impianto teorico che riecheggia per certi aspetti il New Deal rooseveltiano, tre erano le linee di intervento previste dal Piano: agricoltura, edilizia, energia elettrica. Il Piano, da un lato, offriva quindi una cornice di riferimento all’azione sindacale sviluppata allora dalla Cgil nelle fabbriche e nelle campagne, al Nord e al Sud, mentre, dall’altro, indicava alcune delle direttrici di politica economica che furono poi avviate dai governi italiani negli anni cinquanta e sessanta. Economisti e storici, imprenditori e sindacalisti tentano in questo volume di mettere a fuoco il significato storico del Piano del lavoro e soprattutto di coglierne quei tratti ancora in grado di ispirare politiche economiche di ricostruzione e di sviluppo volte a fronteggiare la grave crisi del nostro tempo; politiche che, ormai, possono essere concepite soltanto in una dimensione europea. Ripensare alle proposte di Di Vittorio significa dialogare con la sua straordinaria forza ispiratrice, con un pensiero costantemente teso verso il futuro, la cui lezione si rivela, per il nostro tempo, più che mai attuale. In appendice, il lettore troverà pagine oggi difficilmente reperibili: i testi originali degli interventi con cui Di Vittorio presentò la sua innovativa proposta.