Description

L'antologia di poesie carducciane curata da William Spaggiari si ripromette di presentare al lettore il Carducci lirico nelle sue molte sfaccettature, senza intenzioni meramente celebrative o forzatamente attualizzanti, per cogliere i segnali di una sensibilità poetica spesso oscillante, nutrita di dottrina, polemicamente ancorata all'antico ma anche aperta al nuovo. Sono ovviamente raccolte alcune delle liriche più belle e meritatamente celebri, rappresentative di un gusto storicamente radicato e di una particolare poetica, in cui l'eloquenza si somma a una saldissima base retorica; ma anche poesie meno famose e meno lette che per varie ragioni presentano però motivo di interesse e novità. L'attenzione si concentra sulle sperimentazioni (anche metriche) giovanili; l'attenzione ai luoghi (Bologna, la Maremma) e ai grandi personaggi, che costituiscono una specie di pantheon delle glorie (soprattutto) italiche e un termine di paragone ineludibile (Dante, gli umanisti, Monti, Metastasio, Giordani); la dimensione memoriale e privata; il doppio rapporto con l'antico: la perfezione intangibile della grecità da una parte e dall'altra la romanità come termine di raffronto, aspramente polemico, con la decadenza del mondo moderno; la rievocazione del medioevo, inteso come austere virtù rurali e come dolente malinconia cavalleresca; la dimensione politica, in cui si risolve gran parte della sua personalità: le vicende risorgimentali, la storia presente, i suoi personaggi, la difesa della Rivoluzione francese, la polemica religiosa; infine l'ultimo Carducci, con le rime "alpine" e quelle per Annie Vivanti.



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