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Il momento giusto per cambiare: qual è? E chi deve coglierlo? In Italia, oggi, sembra essere un compito di tutti e di nessuno. I ragazzi si sono «sdraiati», dicono gli over 50; i vecchi hanno fallito, è la risposta. E nessuno mette mano alle riforme. Ci si aspetta che i giovani si accontentino di lavori precari e sottopagati, che le donne facciano i salti mortali per supplire a servizi inesistenti, che le aziende affrontino una corsa a ostacoli burocratica per creare innovazione e occupazione. Intanto, le risorse senza precedenti ottenute con il Pnrr rischiano di andare sprecate, perché il benessere e la competitività delle nuove generazioni continuano a non essere una priorità del Paese. Peccato che siano la chiave per la crescita dell’Italia intera. Dalla «d-istruzione di massa» della scuola alle scellerate politiche per il lavoro, dalla pervicace esclusione delle donne alla digitalizzazione a singhiozzo, il duro j’accuse di Silvia Sciorilli Borrelli colpisce con precisione ogni bersaglio delle debolezze che non possiamo più permetterci. Ammonendo: non è un problema di età. La classe politica più giovane che sia mai entrata in parlamento sta facendo riforme da anziani. In altre nazioni vediamo affitti e mutui ridotti per poter uscire di casa, prestiti agevolati per studiare e per fare impresa, incentivi a scegliere discipline scientifiche e a intraprendere carriere nei settori ad alto tasso di ricerca e innovazione. L’Italia, invece, perde tempo tra bonus e mance e il dramma non è che all’estero fuggono i giovani, ma che se ne vanno i più brillanti e produttivi. Solo problemi? No: questo libro battagliero, che suona la sveglia tanto per i «vecchi» al potere quanto per i «giovani» che si credono impotenti, propone le soluzioni. Perché esistono. E non ci sono più alibi.