Description
Clémence è un’intenditrice d’arte che vive un’esistenza agiata e monotona assieme al compagno Davide. Ciononostante, ci sono voragini profonde
dentro di lei. Per scacciare i demoni che la tormentano, fa lunghe passeggiate.
Un giorno, camminando, vede un ragazzo gettarsi da un viadotto. D’istinto si butta nel fiume per salvarlo. Da questo incontro nasce un rapporto difficile, controverso. Jan è attraente e disperato, sembra solo al mondo; Clémence è divisa tra un sentimento materno e qualcosa di più indefinito
e profondo. Quel che Clémence non sa è che sulle mani di Jan, quelle mani così fini, così delicate, che le ricordano quelle di un dipinto, c’è del sangue.
Jan porta con sé una storia segreta, una storia non detta.
Una storia che inizia anni prima della sua nascita, in Macedonia, col battesimo di una bambina non voluta, Magdalena. Un battesimo compiuto nel tentativo di proteggerla dal peccato dell’abbandono. Ma quel peccato non si cancella con un semplice segno. E la bambina cresce, senza crescere davvero, cercando negli occhi di chiunque qualcosa che la porti lontano dall’orlo del baratro.
Seppure proviamo in tutti i modi a distogliere l’attenzione dall’abisso che è dentro di noi, l’abisso è sempre lì. E in quelle profondità non conta altro:
è lì che le anime di Clémence, Jan e Magda s’incontrano, è nell’abisso che le loro storie s’intrecciano.
Un romanzo di formazione dal ritmo serrato, che si dipana grazie a un magistrale uso dei dialoghi. Una storia di violenza, d’abbandono, ma anche
e soprattutto una storia d’amore, l’amore di chi, dall’altro, dal mondo, non distoglie lo sguardo.
Biographical notes
Annick Emdin è nata a Pisa nel 1991, è laureata in Discipline dello Spettacolo e ha conseguito il master in Sceneggiatura e Drammaturgia presso l’Accademia Silvio D’Amico. È scrittrice, drammaturga, regista teatrale (Matrioska, Bambole Usate, Medea, La sposa guerra, La morte non esiste) e sceneggiatrice (L’ombra del giorno, di Giuseppe Piccioni).