Storia linguistica dell'Italia repubblicana

dal 1946 ai nostri giorni
Autore:
Editore:
Anno:
2016
ISBN:
9788858126318
DRM:
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€11.99

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Descrizione

La svolta istituzionale e politica del 1946 rinnovò profondamente l'Italia, nel costume, nella cultura e nel linguaggio. Le città erano piene di cumuli di macerie, ma nella pace ritrovata le speranze prevalevano. In quel bisogno di esprimersi, la lingua comune fu chiamata a rispondere a una pluralità di impieghi e registri prima sconosciuta, e così accadde anche ai dialetti. Parte da questa volontà di nuovo la Storia linguistica dell'Italia repubblicana, che si propone di continuare fino all'oggi la Storia linguistica dell'Italia unita dedicata agli anni dal 1861 al secondo dopoguerra.

Il libro racconta il quadro delle condizioni linguistiche e culturali del paese a metà Novecento: un paese contadino segnato da bassa scolarità, analfabetismo, predominio dei dialetti. Individua poi i mutamenti di natura economica, sociale, politica e le luci e le ombre di quel che è avvenuto nel linguaggio: largo uso dell'italiano nel parlare, ma continua disaffezione alla lettura, nuovo ruolo dei dialetti, scarsa consuetudine con le scienze, mediocri livelli di competenza della popolazione adulta, difficoltà della scuola. L'ultimo capitolo, infine, mostra come tutto ciò incida sui modi di adoperare la nostra lingua: sul vocabolario e la grammatica che usiamo, parlando in privato o in pubblico, o scrivendo testi giornalistici, amministrativi e burocratici, letterari o scientifici.


Biographical notes

Tullio De Mauro (Torre Annunziata, 1932) ha insegnato Filosofia del linguaggio e Linguistica generale nell'Università Sapienza di Roma, dove ora è professore emerito. Per Laterza è autore di molti volumi più volte ristampati, diversi tradotti in altre lingue. Per UTET ha pubblicato un Grande dizionario italiano dell'uso (8 voll.). Accademico della Crusca, socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei, è stato nominato doctor honoris causa in diverse università (Waseda Tokyo, Lovanio, École Normale Supérieure di Lione, Bucarest, Sorbonne Nouvelle, Siviglia, Ginevra). È presidente della Fondazione Bellonci e presidente onorario della Rete italiana di cultura popolare.


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